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Human factor e incidenti

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Parlare, come abbiamo fatto, di modelli concettuali sulla sicurezza, errore umano, prestazioni umane, interazione tra umani e interazione uomo-macchina, significa ovviamente ricorrere a delle  classificazioni che hanno uno scopo e una valenza di ricerca e insegnamento.

Anche se possono sembrare semplicistiche, sono tuttavia classificazioni che derivano dall’analisi delle cause degli incidenti dagli anni ’40 in poi. Infatti, agli albori dell’aviazione mondiale, la causa di incidente fu attribuita inizialmente alle prestazioni umane, per fatica, stress, stanchezza, ma anche improprio utilizzo degli aerei e dei loro impianti. Dopo la Seconda Guerra Mondiale la curva degli incidenti si abbassò notevolmente in seguito all’introduzione di alcune modifiche tecnologiche che aiutarono i piloti a gestire meglio il volo.

Durante gli anni ’70, la curva degli incidenti cominciò a risalire, ma stavolta non per problemi di ordine fisiologico, bensì di natura comportamentale. Infatti, l’interazione tra piloti a bordo era lontana dall’essere ottimale e questa mancata sinergia portava a conflitti non risolti che si manifestavano in diversi modi. Inoltre, la comunicazione non era efficace, le procedure non dettagliate, il concetto di gerarchia esasperato. Si corse ai ripari attraverso corsi che potessero aumentare la consapevolezza sulle risorse presenti a bordo, enfatizzando l’utilità, in termini di sicurezza, di una corretta interazione nel lavoro.

Infine, e parliamo degli ultimi dieci anni, la curva degli incidenti si è di nuovo attestata su dei valori percentualmente bassi, ma potenzialmente elevati per la percezione della sicurezza aerea che il grande pubblico ha, considerato il numero di decolli ed atterraggi che avvengono nel mondo ogni anno.

La causa principale di incidente, oggi, non è più relativa ad un’interazione a bordo non ottimale tra persone, ma alla perdita di controllo dell’aereo dovuta forse all’effetto dei troppi, e a volte poco efficaci, automatismi presenti in cockpit.

O meglio, al loro non perfetto utilizzo da parte dei piloti per una serie di ragioni che è opportuno provare ad approfondire.

antonio.chialastri(at)manualedivolo.it

(20 giugno 2011)

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