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Class action Alitalia

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Mario Canale, presidente dell'Associazione Nazionale Ex Lavoratori Trasporto Aereo (ANELTA), non ha certo peli sulla lingua: “Nell’operazione CAI-Alitalia si è agito in violazione dei principi generali del commercio, dell’industria e dell’impresa.”

E gli effetti derivanti da tale violazione, secondo gli avvocati Romano e Scoppetta, che tutelano gli interessi dell'associazione nata in seguito agli eventi che sul finire del 2008 portarono alla fine della “vecchia” Alitalia e alla nascita di CAI, hanno comportato un danno economico e patrimoniale che non ricade solo sugli ex dipendenti della compagnia attualmente in cassa integrazione, ma sul Paese intero, che di questa cassa integrazione si è dovuto accollare il costo. Gli stessi avvocati esprimono inoltre la loro preoccupazione riguardo allo stabilimento di un pericoloso precedente che autorizzi in qualche modo un Paese a derogare dalle norme nazionali, europee e di mercato.

E' sulla base di queste considerazioni che il 12 luglio scorso ANELTA ha aperto le adesioni a una class action avente lo scopo di far sì che il TAR del Lazio prima, e la Corte di Giustizia Europea poi controllino cosa sia accaduto, sanzionino i responsabili di eventuali violazioni normative ed emettano sentenza di risarcimento per i danni subiti dai lavoratori in primis, e da tutti i cittadini in secundis.

Tra le molte irregolarità denunciate da ANELTA, spiccano quelle relative alla manipolazione delle leggi di libero mercato (attuata assegnando a CAI il monopolio sulla lucrosa rotta Fiumicino-Linate) e alla violazione dei principi generali del diritto commerciale italiano ed europeo, che ha permesso di far acquisire a CAI le attività e i rami di azienda attivi dell’Alitalia, lasciando alla stessa solo le passività.

L'intero Accordo Quadro Governativo del 14 ottobre 2008 (il cosiddetto Lodo Letta) presenterebbe inoltre aspetti contrastanti con direttive europee e leggi italiane, configurando da un lato la sospensione dei diritti normalmente riconosciuti ai lavoratori, e dall'altro addirittura l'evasione dell'IVA sulla cessione degli aeromobili dalla “vecchia” alla “nuova” Alitalia.

E c'è di più: anche sull'applicazione del contestato Accordo Quadro Governativo, gli organi di governo non hanno esercitato il dovuto controllo, compromettendo il diritto–dovere per i lavoratori destinatari di ammortizzatori sociali (sia ex dipendenti di Alitalia che lavoratori dell'indotto) di partecipare attivamente a idonei percorsi di reinserimento lavorativo.

Particolare preoccupazione, anche dsal punto di vista della sicurezza aerea, desta infine il mancato controllo sull'attuazione delle norme dell'Accordo Quadro riguardanti i criteri di assunzione del personale navigante. In questo campo, denuncia ANELTA, CAI ha avuto mano libera nell'assumere nuovi dipendenti esterni a condizionie conomicamente più favorevoli rispetto al riassorbimento delle risorse Alitalia finite in CIGS, facendo legittimamente sorgere il dubbio che si preferisca porre maggiore attenzione ai costi, piuttosto che alla sicurezza e al buon andamento dell'azienda.

“L’operazione Alitalia deve essere valutata dalle competenti Autorità Giudiziarie proprio per escludere l’esistenza di precedenti che permettano nel futuro fusioni o acquisizioni societarie di aziende in crisi senza la dovuta trasparenza per i dipendenti, gli operatori ed i cittadini tutti”, ha dichiarato in conferenza stampa il presidente Canale.

Un’iniziativa della quale i promotori, a distanza di una settimana dall'apertura delle sottoscrizioni, si dicono oggi ancora più convinti. “A maggior ragione -afferma ancora Canale- dopo le dimissioni dell'amministratore straordinario Augusto Fantozzi”.

(22 luglio 2011)

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