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Stallo

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Lo stallo aerodinamico di un ala (anche se i piloti dicono che è l'aereo che stalla), nella sua accezione più classica si ha quando, a causa di un angolo di attacco (detto anche di incidenza) troppo elevato il flusso dell'aria sopra l'ala si interrompe, staccandosi dalla superficie dell'ala stessa.

attaccoL'angolo di attacco (o incidenza) è quello compreso tra  la direzione del moto e la linea che unisce il bordo anteriore dell'ala a quello di uscita, definita in gergo come "corda alare".

Siccome la portanza è garantita proprio dalla circolazione dell'aria sopra e sotto le ali, in una condizione di stallo essa viene bruscamente a mancare e l'ala (e quindi l'aereo ad essa collegato) si comporta come un qualsiasi grave in caduta libera: è lo stallo di "bassa" velocità.

Contrariamente a quello che si potrebbe pensare, questo tipo di stallo non si verifica solo a bassa velocità, ma si può manifestare anche a velocità relativamente alte, in seguito a manovre brusche.

La manovra di uscita dallo stallo prevede l'abbassamento del muso dell'aeromobile, in modo di ridurre l'angolo di attacco e ristabilire la corretta circolazione dell'aria intorno all'ala. Questa manovra comporta generalmente una perdita di quota.

Anche le velocità molto alte (prossime a quella del suono) possono dare origine a uno stallo, comunemente detto "stallo di alta": in questo caso la circolazione dell'aria sulla superficie superiore dell'ala viene interrotta a causa dell'insorgere dell'onda d'urto associata a quello che viene comunemente definito "muro del suono". Ovviamente gli aerei supersonici hanno profili alari atti a minimizzare questo effetto.

Per gli aerei subsonici esiste una quota, dipendente da peso dell'aereo e densità dell'aria, alla quale le due velocità di stallo (quella di "bassa" e quella di "alta") vengono a coincidere: questo determina la cosiddetta "quota di tangenza massima", cioè la quota massima raggiungibile dall'aereo, la quale aumenta mano a mano che il peso, in seguito al consumo di carburante, diminuisce.

Pilotare manualmente un aereo in prossimità di tale quota richiede una notevole sensibilità.

(1 agosto 2011)

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