Bombe sulla Libia - I
Scritto da Franco Di Antonio
I - Per un curioso scherzo della storia, lo scadere la missione NATO in Libia, con i suoi bombardamenti aerei, cade esattamente a 100 anni di distanza dal primo bombardamento aereo, avvenuto proprio sui cieli di Tripoli durante la guerra contro l’Impero Ottomano nel 1911.
Parliamo di bombardamento aereo con una certa enfasi: in verità si trattò di un episodio quasi folcloristico, ma l’idea era lanciata e purtroppo si sarebbe evoluta fino a divenire un mezzo di distruttività totale.
Il Regno d’Italia, il 28 settembre 1911, dichiara guerra alla Turchia. Le cronache narrano che già la dichiarazione di guerra fu consegnata al primo ministro turco in maniera alquanto bizzarra: l’incaricato italiano a Costantinopoli raggiunse Hakki Pascià durante una partita a carte in un’abitazione privata. Ad ottobre si appronta, a cura del Genio dell’Esercito, una flottiglia d’aeroplani, per sperimentare l’uso di questi mezzi, appena apparsi sulla scena della storia, sui campi di battaglia. La Marina punta sui dirigibili e ne invia tre.
In questo periodo si affacciano alla ribalta personaggi che diverranno poi miti del mondo dell’aviazione: il massimo teorico del bombardamento aereo produce i suoi primi scritti proprio a seguito delle operazioni aeree nel conflitto libico
L'allora capitano Giulio Douhet fu incaricato di redigere un rapporto sull’uso dell’aviazione durante la guerra. Ne scaturì una relazione talmente entusiasta da creargli problemi, perché il geniale ufficiale iniziò ad invocare l’uso massiccio dei bombardamenti aerei per ottenere il controllo dell’aria e prevalere nei conflitti, idee considerate troppo radicali all’epoca.
Intanto scrisse il suo primo libro sull’argomento, “Regole per l’uso degli aeroplani in guerra”, forse il primo documento di dottrina strategica sulla materia. Nel 1921 pubblicherà la sua massima opera, un trattato di strategia basato sull’uso del mezzo aereo: “Il dominio dell’aria”, testo di largo successo in tutto il mondo e tuttora considerato una specie di bibbia del bombardamento aereo.
In quegli anni l’Italia è dunque un paese all’avanguardia, sia dal punto di vista pratico che teorico, in campo aviatorio. Lo scopo principale per cui si sperimenta il mezzo aereo è quello della sostituzione dei drappelli a cavallo per la scoperta dei movimenti del nemico e per la direzione del tiro d’artiglieria, ma le operazioni sul campo dimostreranno che gli aerei possono essere utilizzati in moltissime altre occasioni. Ma veniamo all’episodio alla base della storia del bombardamento aereo.
Sul finire dell'ottobre 1911 uno dei piloti del corpo di spedizione aeronautico in Libia, il marchese tenente Giulio Gavotti, cominciò ad accarezzare l’idea di sperimentare il lancio di bombe sugli accampamenti nemici che era solito sorvolare per ricognizione.
L’idea non era del tutto inedita, perché durante l’assedio di Venezia nel 1849 gli austriaci guidati dal generale Radetzky avevano sperimentato l’uso di palloni armati, ma il tentativo degli austriaci, a differenza di quello tentato nel 1911, non aveva avuto successo.
I (continua)
(31 ottobre 2011)