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Il mal francese

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Quarantottesima puntata del dossier Alitalia CAI, per gentile concessione di Felice Saulino www.felicesaulino.it
La novità di ottobre è che Alitalia ha il “mal francese”.

Dopo il terremoto al vertice di Air France-KLM, con l’improvviso licenziamento del numero uno Gourgeon e il richiamo in servizio del vecchio Spinetta, sono in molti a chiedersi che cosa succederà alla nostra “compagnia di bandierina”.

L’interpretazione più diffusa tra gli addetti ai lavori è che il cambio di pilota avrà conseguenze sulla rotta Parigi-Roma e potrebbe rimettere in discussione l’acquisto delle azioni CAI in mano ai “patrioti” berlusconiani.

Ad accreditare questa ipotesi, è stato lo stesso Gourgeon che in una lettera scritta per spiegare il suo licenziamento sostiene di aver pagato “lo sviluppo della struttura a tre” (Air France-KLM-Alitalia) alla quale stava lavorando proprio in vista dell’assorbimento della società italiana, mentre gli azionisti francesi avrebbero preferito che si concentrasse esclusivamente sul “recupero di redditività” di Air France e quindi sul risanamento dei conti.

Se le cose stanno così, è stata la conclusione di molti analisti italiani, il rinvio o addirittura l’abbandono dell’acquisto di Alitalia è quasi scontato. In realtà, la situazione è molto più articolata e complessa di quella lasciata intravedere dall’ex amministratore delegato del colosso francese.

Vediamo.

Primo. Gli azionisti non hanno cacciato Gourgeon perché puntava all’Alitalia, ma perché sotto la sua gestione Air France-KLM ha perduto il suo primato europeo. Superata da Lufthansa per giro d’affari e da Ryanair per numero di passeggeri, ha chiuso il primo semestre 2011 con un buco di 145 milioni di euro.

Secondo. Il richiamo in servizio del sessantottenne Spinetta ha come obiettivo principale il risanamento dei conti, ma è improbabile abbandoni l’operazione Alitalia, perché è stato il primo a volerla e l’ha pazientemente costruita per anni.

Terzo. Tutta la politica industriale della nuova Alitalia gestita da Colaninno e Sabelli è stata impostata per farne una “compagnia di bandierina”, un vettore esclusivamente nazionale costruito per essere poi affidato a una vera compagnia aerea internazionale come Air France-KLM. A tre anni di distanza dall’arrivo dei “patrioti” , l’integrazione (aerei, rotte, hub ecc.) con il colosso francese è andata talmente avanti da rendere difficile la marcia indietro.

Quarto. Per fortuna di Spinetta, i “patrioti” hanno davanti ancora un anno di tempo prima di poter vendere le loro azioni. Il divieto, il cosiddetto vincolo di “lock up” scade di 5 ottobre 2012. E per fortuna di CAI la “compagnia di bandierina” adesso sembra in grado di tirare avanti ancora dodici mesi, perché il trimestre estivo è andato meglio del previsto e i passeggeri sono aumentati dell’8 per cento.

A questo punto Spinetta può tirare un sospiro di sollievo. Certo, adesso deve arrestare l’emorragia di denaro verificatosi sotto la gestione Gourgeon e risanare il bilancio, ma l’anno prossimo potrebbe presentarsi puntuale all’appuntamento con Alitalia. Chi lo conosce assicura che lo farà. Perché è sempre stato il suo sogno. Perché nel 2008 lo aveva perfino coronato con un’offerta nero su bianco consegnata al governo Prodi per acquistare il cento per cento della compagnia di bandiera ancora in mano pubblica. Fu Berlusconi a far saltare il banco inneggiando all’italianità del trasporto aereo, alla vigilia delle elezioni che stavano per riportarlo a Palazzo Chigi.

Spinetta ritirò l’offerta e abbandonò il tavolo della trattativa. Ma quando la società della Magliana fu regalata ai patrioti di CAI trattò personalmente l’acquisto del 25% delle azioni che fecero di Air France-KLM il primo azionista della nuova Alitalia. Poi entrò personalmente nella cabina di comando, dove è rimasto anche dopo aver lasciato il vertice operativo del colosso aereo parigino.

Ed è stato proprio da lì che il tenace manager corso, forte della sua esperienza, ha orientato quelle scelte industriali e commerciali che hanno già reso nei fatti la piccola Alitalia una controllata francese.

Articolo pubblicato su www.felicesaulino.it sotto licenza
Creative Commons, riprodotto per gentile concessione dell'autore

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