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The Terminal

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Chi di noi non ha vissuto per alcune ore in un’aerostazione, magari deserta, per prendere un aereo in ritardo o con una coincidenza a parecchie ore di distanza? Dall'estremizzazione di questa situazione molto diffusa ha tratto spunto il mitico Steven Spielberg per il suo The Terminal.

terminalLa pellicola, forse non proprio premiata dal risultato, è uno dei film a contenuto aeronautico che Rete 4 ha messo in onda in seconda serata il 13 novembre scorso e secondo me, è annoverabile tra le favolette americane che spesso vengono composte in quel paese per trattare argomenti che non sono affrontabili a viso aperto.

Probabilmente, trattare di temi che riguardano l’aviazione civile dopo l’11 settembre, (2004 è l'anno d’uscita del film) era ancora cosa scabrosa o, chissà, si intendeva forse fare il verso alle opere di Frank Capra come l’indimenticabile La vita è meravigliosa. Il risultato, pur piacevole, è in definitiva poco convincente ed il tema poteva essere certamente svolto da cotanto regista in modo più completo. Le risorse messe in campo, in effetti, non sono da poco, ad iniziare dal protagonista impersonato da un ottimo Tom Hanks.

Se avete cercato di riconoscere la localizzazione cinematografica delle riprese, pur alla presenza di dettagli intriganti come le piantine dei terminal del JFK di New York, di sicuro non avete potuto individuare i luoghi dove sono state girate le scene all’interno del terminal. Il motivo è spiegato dal fatto incredibile che tutto il terminal è stato ricostruito in un immenso hangar dell’aeroporto di Palmdale in California.

Tutto vero e tutto falso, dunque... persino i tabelloni sono stati forniti dalla Solari di Udine, le scale mobili e quant’altro da altre note ditte. Le poche scene esterne sono state girate presso l’ormai tranquillissimo aeroporto intercontinentale di Montreal Mirabel. Le scene indispensabili invece sono state effettivamente girate a New York.

Certo il film riesce bene a ricreare il clima dei grandi aeroporti internazionali, un po’ paese dei balocchi dove è bello passeggiare (avendone il tempo) tra negozi franco dogana (duty free), punti vendita di marchi lussuosi, caffetterie, ristoranti, librerie; e dove si può ingannare l’attesa di un volo, o il ritmo caotico a cui è sottoposto chi non ha tempo con i panorami incantati che si presentano dagli immensi finestroni ed il mondo in movimento ammirabile dalle scale mobili.

Meno convincente, ed appunto troppo virato alla favoletta edificante, la descrizione della paranoia che ha colto tutti gli aeroporti dopo l’11 settembre, l’evento terroristico che ha fatto da spartiacque alla storia del volo.

Trovo invece riprovevole il modo in cui Spielberg semplifica la figura dell’assistente di volo (sia pure interpretata da una incantevole Catherine Zeta-Jones), a mio modo di vedere ridicolo e grottesco, forse funzionale alla favoletta ma piuttosto offensivo per un’intera categoria.

La storia racconta della sopravvivenza all’interno di un terminal aeroportuale di un passeggero respinto alla frontiera, ed è tratta da una storia vera. Nel 1988 un passeggero curdo-iraniano rimase imprigionato all’interno dello scalo parigino Charles De Gaulle: ci resterà ben 18 anni! La storia vera non è molto edificante in quanto alla fine Mehran Karimi Nasseri finirà in una casa di cura.

L’interpretazione di Tom Hanks è una eccellente mescola tra Forrest Gump (ingenuo ma buono), e Chuck Noland (l’intraprendente naufrago di Cast Away). La pellicola però, è frenata da una scrittura carente: al suo protagonista manca una sufficiente carica drammatica e finisce per non trascinare il pubblico. Il geniale cineasta probabilmente sapeva di avere a disposizione una sceneggiatura non mirabilmente chiara, e pare che abbia voluto, a poche settimane dall’uscita dell’opera, sondare la risposta di una platea campione. Di qui la decisione di girare un secondo finale: quello che abbiamo visto sugli schermi, dove la volubile hostess non segue Victor.

Così la storia di Victor Navorski dell’inesistente Repubblica di Krakhozia si dipana facile e veloce verso l’inevitabile lieto fine, tra l’appoggio corale di tutti i dipendenti dell’aeroporto e l’esplosione di buoni sentimenti che, dati i tempi che corriamo, è veramente difficile da prendere anche solo con bonomia.

Un’opera interlocutoria nella filmografia spielberghiana, tra Munich e La guerra dei mondi.

 

Scheda filmografica

Titolo originale: The Terminal
Paese e anno di uscita: USA, 2004

Regia: Steven Spielberg
Interpreti principali:
Tom Hanks
Catherine Zeta-Jones
Stanley Tucci

(6 dicembre 2011)

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