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Si fa presto a dire auguri...

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...oggi è di moda spedire SMS con frasi originali che rapidamente fanno il giro del mondo, ma senza sforzare troppo le meningi, basterebbe osservarlo il mondo, che è grande e pieno di cose strane, e dove anche cose che sembrano certe, come data e ora, possono essere messe in discussione.

Sto scrivendo questo articolo esattamente il 1 gennaio 2012. A proposito, auguri a tutti. Sono le 18 di una tranquilla domenica di inizio anno, d’inverno, con la neve fuori e tutto questo è normale. Ebbene, se chiamo il mio amico Joao a Rio, mi dirà che sta facendo il bagno in piena estate, così come mio cugino Daniele che si trova a Sydney, mi risponderà che è in cerca di un condizionatore per il gran caldo.

Il mio amico Gianni, si trova in Israele dove non vige l’anno 2012, ma qualcosa di diverso che numera gli anni a partire dalla creazione biblica. Infatti, secondo la tradizione, non esistendo l’anno zero, si comincia a contare dall’anno 1 con data di inizio il 6 ottobre 3761 a.C. Per fare un esempio, nel settembre dell’anno gregoriano 2010, è iniziato l’anno ebraico 5771. È interessante notare che gli Ebrei hanno tre inizi di anno. Il primo è quello che condividono con il mondo occidentale, che si può considerare il capodanno civile, il secondo è il cosiddetto “capodanno degli alberi”, cioè l’inizio dell’anno agricolo, mentre il terzo è durante la festa di Pesach, che rappresenta il capodanno religioso. Ho sempre detto a Gianni che lui è molto avanti. Arriva a tutti gli appuntamenti con migliaia d’anni d’anticipo, ma ha trovato buoni modi per passare il tempo.

Viceversa, i nonni di mio figlio, che hanno vissuto negli Emirati Arabi, sanno che i musulmani cominciano a contare gli anni dalla Egira, cioè il trasferimento di Maometto a Medina, circa 622 anni dopo la nascita di Cristo. I buddisti, a loro volta, prendono in riferimento l’epoca in cui è vissuto Buddha. Questo tipo di calendario è in vigore in alcuni paesi come Sri Lanka, Cambogia, Birmania, mentre la Thailandia ha un calendario buddista riformato. Il 14 aprile 2005 per alcuni è il 2548 mentre per altri 2549. E in ogni caso, la differenza di un anno non è granché, rispetto ai quasi 550 anni avanti che passano da noi a loro. I romani festeggiavano il Natale di Roma il 21 Aprile e contavano il tempo ab Urbe condita, cioè dalla fondazione di Roma, nel 753 A.C.

Non solo il calendario è differente per quello che riguarda il conteggio degli anni, ma anche per l’inizio dell’anno. Per chi utilizza l’anno lunisolare, l’inizio dell’anno è variabile, come da noi la Pasqua. Ho assistito, ad esempio, al capodanno cinese a Singapore a fine gennaio. Per questo, quando si tratta di determinare il segno zodiacale cinese, che non è, come da noi, in funzione del giorno e del mese di nascita, ma per l’anno, occorre ricordare che l’anno non comincia il primo gennaio e finisce il 31 dicembre, ma ha andatura variabile, con gli anni e i cicli lunari.

Io, ad esempio, sono nato nel 1965, che è l’anno del serpente, ma sono del segno del dragone, dato che questi va da febbraio 1964 a fine gennaio 1965. I cinesi, che sono superstiziosi come pochi altri al mondo, pianificano le nascite per far nascere i figli proprio nell’anno del dragone, che arriva una volta ogni dodici anni e pare che porti particolarmente bene. Ovviamente, il governo ha un po’ limitato questa usanza con politiche demografiche tendenti a ridurre l’esplosione del numero di cinesi, che, diciamolo, può bastare anche così.

Adesso, come si fa a pensare che tutti quelli nati in un certo anno siano fortunati è un arcano mistero. Come diceva Tacito per confutare l’attendibilità degli oroscopi, nella battaglia di Canne sono morti tutti i segni. Voleva dire che quel giorno, sentendo l’oroscopo del giorno nella radio della propria biga, gli antichi Romani hanno ascoltato il tipo che prevedeva una bella e radiosa giornata, ed invece andavano incontro alla morte. Non solo la Bilancia, che all’epoca si chiamava Libra, ma anche Leo, Pisces e gli altri nove segni zodiacali.

Tra l’altro, augurare qualcosa a qualcuno oggi è ben accetto, ma una volta gli àuguri erano coloro che dovevano capire se una decisione presa incontrava il favore degli Dei, osservando il volo degli uccelli. Un tipo particolare di àuguri erano gli aruspici che con strane procedure magiche cercavano di indovinare la sorte leggendo le interiora degli animali. Oggi, sono rimasti solo le chiromanti che ti fermano a Piazza della Repubblica e ti supplicano di lasciarti leggere la mano.

Personalmente, sono contrario per due motivi. Non credo alla superstizione, perché porta sfiga, e poi non ho  modo di controllare se quello che mi hanno detto è veritiero. Infatti, se mi hanno predetto una morte a 90 anni e domattina ho un incidente mortale in macchina non potrò protestare per l’errata previsione. Se viceversa mi dicono che morirò domattina e invece tirerò le cuoia a 90 anni, mi sarò ampiamente dimenticato della diagnosi infausta.

La soluzione, un po’ drastica, potrebbe essere quella di adottare il metodo dell’imperatore Tiberio che portava gli indovini sulla roccia di Capri, a strapiombo sul mare. L’imperatore, un tipetto abbastanza deciso anche per gli standard del tempo, apostrofava il malcapitato con una semplice frase: “Vuoi fare una previsione? Sappi che, se non mi piace, ti butto dalla scogliera”. Ne salvò soltanto uno, un certo Trasillo, perché aveva previsto la propria sorte infausta.

Insomma, questa ansia di prevedere il futuro, sotto qualsiasi auspicio, è un anticipare gli eventi che non ha senso. Tutto sommato, possiamo aspettare il futuro, che, come diceva il saggio “Non si prevede; si costruisce”. Ecco perché Battisti cantava: “Lo scopriremo solo vivendo”.

antonio.chialastri(at)manualedivolo.it

(3 dicembre 2012)

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