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Lo stress, questo sconosciuto

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Il termine stress (che in inglese significa sollecitazione, sforzo, carico, tensione), viene usato per indicare la spinta a reagire e ad adattarsi nei confronti di agenti estranei. Numerosi esperimenti effettuati negli anni ’20 hanno chiarito come l’organismo reagisce alle aggressioni esterne.

Anche in presenza di tipi di aggressione diversa, la reazione è costituita da una stessa risposta aspecifica: è cioè una risposta all’aggressione in quanto tale, che consente all’organismo di adattarsi e organizzare le sue difese per rispondere alle sollecitazioni. Questa condizione aspecifica viene chiamata stress, mentre stressore, o agente stressante, è il fattore che spinge l’organismo all’adattamento.

Questi stressori possono essere di natura fisica e biologica (cambi di stagione, inquinamento acustico, radiazioni, sbalzi di temperatura, jet-lag, sforzi fisici, traumi organici) e di tipo psicologico (ansia, disturbi del sonno, consumo di alcool e droghe, stanchezza, etc). La malattia di un familiare, l’impegno per vincere una gara, affrontare un nuovo ambiente di lavoro, sono prove che devono essere fronteggiate adottando un comportamento di adattamento alla situazione che provoca stress.

Il padre del concetto dello stress è Hans Selye che nel 1980 affermò che “il concetto scientifico di stress ha avuto la fortuna di entrare nell’uso quotidiano ma anche la sfortuna di essere interpretato molto male”. Infatti oggi utilizzando la frase “sono stressato” ci si riferisce ad una condizione di stanchezza e disagio che si sta vivendo. Dunque si utilizza il concetto di stress solo in riferimento ad esperienze negative perché per meglio comprendere l’argomento sono stati spesso citati esempi negativi abbastanza comuni che hanno consentito una maggiore identificazione. A seguito di ciò si sono andate consolidando delle idee sbagliate sullo stress.

Ad esempio si crede che lo stress sia una condizione nociva: in realtà lo è, ma a seconda delle circostanze. Lo stress equivale ad un dispendio di energie; ma energie spese per un’attività per noi appagante e soddisfacente influiranno meno negativamente rispetto a quelle legate ad eventi che determinano un insuccesso,un’umiliazione o una malattia.

O ancora si è convinti che lo stress vada evitato. In realtà ciò è impossibile perché la sua mancanza totale farebbe venir meno quegli impulsi che sono indispensabili per mantenerci in vita e per adattarci alle situazioni e agli eventi che ci si presentano quotidianamente. Timsit-Berthier in “Energetics and human information processing” (1986) sostiene che “non dobbiamo considerare le reazioni da stress come stati insoliti. Al contrario,devono essere visti come il fondamento dei processi che regolano il comportamento… richiesti per la sopravvivenza di tutti gli organismi viventi”.

E si sbaglia anche quando si è convinti che lo stress non può nuocere più di tanto alla salute perché esso agisce non solo sulla mente ma anche sull’organismo. Gli effetti dannosi sono avvertiti soprattutto dalle persone dinamiche e grintose, con un’agenda degli impegni sempre fitta. Se ne deduce che siamo noi ad essere i primi responsabili dello stress perché adottiamo comportamenti e stili di vita che alla lunga possono risultare nocivi; lo stress è dovuto alle nostre scelte e alle nostre reazioni consapevoli o dettate dall’inconscio.

Quelli appena elencati sono alcuni degli effetti negativi che lo stress può portare; entro certi livelli, però, lo stress si può dimostrare vantaggioso e soprattutto è una fonte di energia che può migliorare la qualità della vita. Sentirci appagati e soddisfatti sono sensazioni possibili perché sono una conseguenza dello stress: se gli stressori sono moderati, allora la risposta di adattamento sarà modesta e salutare. Il problema si genera quando c’è un’accumulazione di stressori a cui l’organismo non riesce più a rispondere in maniera adeguata.

Un po' come per il colesterolo, dunque, bisogna distinguere tra “buono” e “cattivo”: c'è lo stress nocivo (distress), ma c'è anche quello benefico (eustress).

(3 marzo 2012)

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