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La sorella audace di Icaro

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I - Il tradizionale omaggio che riserviamo alle donne in aviazione per l’otto marzo è quest'anno costituito da una “trilogia” dedicata a Marga von Etzdorf, una donna che ha affrontato l’avventura del volo in Germania negli anni pionieristici e che fuori del suo paese non ha gran letteratura.

In italiano, è uscito recentemente uno strano romanzo (Penombra, edito da Mondadori e scritto da Uwe Timm) che racconta i passi salienti della vita della nostra eroina. Si tratta di una specie di Divina Commedia ambientata nel Cimitero degli Invalidi di Berlino, e se non si leggesse la presentazione nel risvolto di copertina sarebbe di difficile comprensione. Nelle pagine del libro si dà parola ai sepolti, gerarchi nazisti, militari, eroi, piloti, e tramite quest’esercizio di fantasia si dipinge la storia di un periodo delle vicende tedesche, incluse le avventure dell’intrepida Marga.

In lingua italiana c’è solo questo; pochissimo altro sia in inglese che in spagnolo, paesi coinvolti a vario titolo nelle imprese della von Etzdorf; la letteratura che la riguarda è solo in tedesco, ragione per la quale ho dovuto coinvolgere mia moglie nel tentativo di scrivere un articolo che riguardasse l’aviatrice.

E’ per me molto rilevante il fatto che il lavoro abbia prodotto una forte emozione in mia moglie, che ha solidarizzato con Marga e si è commossa di fronte al suo crudele destino. Mia moglie, oltre a conoscere il tedesco, è una convinta femminista (come si diceva una volta), questo mi fa ritenere che l’omaggio che rivolgiamo a questa donna risoluta ed emancipata sia oltremodo giustificato.

Probabilmente il fatto che i suoi funerali si siano svolti sotto il regime nazista con onori paragonabili ad un Capo di Stato, ne ha decretato l’oblio in campo internazionale, ma in nessun caso nella sua breve vita (muore il 28 maggio 1933, a soli 25 anni), ha mostrato simpatie per quel regime, che peraltro nell’anno della sua morte era agli inizi (Hitler divenne cancelliere il 30 gennaio del 33).

In un articolo del 2006 la Frankfurter Allgemeine Zeitung, ispirandosi al titolo di una mostra sulle donne pilota “Le sorelle di Icaro”, definì l’intrepida pilota come una delle “sorelle audaci di Icaro”, titolo del pezzo. Il motivo è più che fondato: Marga fu la prima donna ad essere assunta come pilota di linea in una compagnia aerea regolare, la Lufthansa. Era il dicembre del 1927: ci vorranno ancora 5 anni perché Ruth Rowland (prima donna pilota americana), venga assunta dalla NY- New England Airways e ben 7 perché Helen Richey (sempre americana) inizi a lavorare per una compagnia regolare: la Central Airlines. Un record di cui la Lufthansa va tuttora fiera.

E davvero tutta la vita di Marga è un parallelismo con il destino di Icaro. Nata come Margarete Wolff, il 1° agosto 1907 a Spandau (Berlino), figlia di un capitano reale di Prussia, Fritz Wolff, e di Ehefrau von Etzdorf, a soli quattro anni perse entrambi i genitori per un incidente nel mare di Ragusa. Insieme alla sorella Ursula fu affidata al nonno materno Ulrich von Etzdorf da poco divenuto nobile per meriti di guerra come Generale di Fanteria dell’esercito prussiano. Nel 1920, lei e la sorella saranno adottate dai nonni e diverranno Wolff, dette von Etzdorf.

Negli anni di formazione praticò numerosi sport, scherma, equitazione, hockey, e a soli diciannove anni convinse la famiglia a farle intraprendere la carriera di pilota. Era il 1926: le donne potevano fare molto, ma erano considerate inadatte al volo e alle appassionate che intendevano avvicinarsi all’avventura del volo si ponevano ostacoli insormontabili. La volontà di Marga era però incrollabile, e nel dicembre del 1927, seconda donna tedesca e quinta in assoluto, ottenne il brevetto di volo (classe A2), dopo molti mesi di addestramento presso la scuola di volo Bornemann sita sull’aeroporto di Berlino-Staaken, oggi scomparso. Completò la formazione con l’abilitazione al volo acrobatico, che prevedeva anche un tempo minimo di volo rovescio. Tutti esami superati con incredibile capacità ed audacia.

Voleva entrare nell’aviazione di linea, dopo trattative incerte, la Lufthansa le offrì un posto da copilota sullo Junkers F-13, un monomotore monoplano per quattro passeggeri che pesava meno di tre tonnellate. All’epoca l’atteggiamento maschilista in Germania si poteva riassumere con la battuta: “E’ più facile che una donna divenga campione mondiale dei pesi massimi di boxe che pilota Lufthansa!”. Venne assegnata alle linee da Berlino per Breslavia e per Stoccarda-Basilea.

Per ottenere anche il brevetto classe B2, si fece assumere dalla Compagnia Aeronautica di Amburgo (Hamburger Luftverkehrsgesellschaft), dove le venne assegnato un percorso durissimo. Tra l'altro, alle donne non era consentito frequentare la scuola di volo, così dovette sostenere un esame privato, grazie anche al sostegno di Melitta Schiller, che lavorava come ingegnere presso la Ditta di Ricerca per i Viaggi Aerei a Adelshof, la DVL. Era l'unico candidato, aveva cinque esaminatori e per tre ore dovette rispondere alle domande.

Ottenuto il sospirato brevetto, nel 1929, incitata dal principe von Schaumburg-Lippe, frequentò un corso di volo a vela. Con un volo di 90 minuti sul Grande Heuberg, nelle Alpi Sveve, conseguì, sempre una delle prime donne al mondo, il brevetto C di volo a vela. Nello stesso anno prese parte al “10° Concorso del Rhon”, con il modello di aliante “Hugo” della società di volo di Wurtenberg. Classificata tra i vincitori del premio in denaro di 50 marchi (quarta assoluta), ebbe anche una scatola di cioccolatini come premio d’onore per le signore.

Si era nel frattempo convinta che il suo destino sarebbe stato quello dei record e delle grandi trasvolate.

(7 marzo 2012)

1 - La sorella audace di Icaro 2 - Lo sguardo di Marga sul mondo 3 - Il volo vale la vita

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