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Lo sguardo di Marga sul mondo

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II - L’infanzia delle sorelle Wolff si era svolta serenamente nella tenuta di famiglia presso Gehren in Bassa Lusazia (Slesia, in polacco), non lontano da Berlino. Marga tuttavia si era fatta notare fin da piccola per la sua grande irrequietezza e la sua viva curiosità.

Questa vivacità le aveva fatto meritare in famiglia un nomignolo traducibile grosso modo in “girandolona”, in tedesco Kiek in die Welt, sguardo sul mondo. Questa curiosa espressione, che è un soprannome in uso nel nord-est della Germania, deriva dall'antico tedesco Kiek in de Kök, (letteralmente: occhiata nella cucina) che indica le torri, e principalmente i torrioni che facevano parte delle fortificazioni delle città medioevali, dai quali si poteva letteralmente gettare uno sguardo nelle cucine delle case vicine.

Quando Marga ottenne il suo primo aereo personale, lo battezzò col suo soprannome, Kiek in die Welt, lo sguardo sul mondo. Era il 1930, e il velivolo acquistato con l’aiuto dei nonni (uno Junkers A 50ce Junior) venne verniciato di giallo canarino.

juniorIl modello era il capostipite tecnologico di una serie d’aerei realizzati in alluminio con rivestimento in lamierino ondulato divenuto poi tipico soprattutto con lo Ju 52. Si trattava di un monomotore monoplano a carrello fisso, biposto con abitacolo aperto, con un peso massimo di 600 chili. Con questo aereo Marga iniziò a viaggiare per pubblicità e trasporto passeggeri a richiesta, ma praticava anche il volo acrobatico, e le sue specialità erano i looping ed il volo a rovescio. Nel maggio 1930 ottenne, come prima donna tedesca, il diploma di maestro di volo acrobatico.

Pensava però che per avere successo con la sua passione avrebbe dovuto cavalcare la “febbre da lungo raggio”, così nello stesso anno volò con il suo Junior verso Istanbul: un raid ostacolato da problemi al motore, che la costrinsero più volte ad atterraggi d’emergenza. La sua aspirazione era la Coppa Hindemburg, il premio più prestigioso per il volo acrobatico, ma dovette rinunciarvi perché il motore del suo aereo era fuori delle regole imposte per il trofeo. Subito dopo preparò il suo secondo volo di lungo raggio.

Non è facile immedesimarsi nel volo, o meglio nelle trasvolate, che si effettuavano a quei tempi. Carte geografiche approssimate, navigazione con bussola magnetica ed orologio, senza riscontri possibili sulla rotta stimata: il massimo era poter seguire un fiume, una costa, una ferrovia o una strada fino ad arrivare al luogo stabilito, possibilmente riconoscibile da un castello, una chiesa, un forte, un ponte, una stazione e punti cospicui del genere.

Una volta trovato, con un po’ di fortuna, il posto occorreva trovare il campo d’atterraggio. Se si era attesi, magari l’affollamento ed i mezzi aiutavano a scorgere il campo d’atterraggio, altrimenti bisognava usare il campo meno accidentato possibile per atterrare. Poi, se si era ancora vivi bisognava cercare assistenza, con tutti i problemi linguistici conseguenti. Il tutto con lunghi voli a cabina aperta ed esposta a tutte le intemperie. Un lavoro durissimo e incalzante eseguito senza l'ausilio di un autopilota.

Il 14 Novembre 1930 Marga von Etzdorf partì da Berlino e volò via Basilea e Lione verso Madrid. Il suo obbiettivo era Las Palmas de Gran Canaria, e per questa impresa Kiek in die Welt montava serbatoi più grandi, affinché potesse raggiungere la massima distanza di volo ed evitare atterraggi di fortuna per mancanza di carburante.

Si dovette fermare per rifornimento aanche a Rabat e Agadir (Marocco), e poi a Cabo Juby (Tarfaya), una base dell’Aéropostale, presso la quale in quegli anni era stato di base a lungo Antoine de Saint-Exupéry. In quel luogo remoto ed isolato, Antoine scrisse due libri di gran successo: Corriere del Sud e Volo di notte, ed iniziò ad impostare il suo capolavoro Il piccolo principe.

Il 6 Dicembre, quando Marga atterrò sulle isole Canarie fu accolta con entusiasmo: era la prima donna a volare sin lì. Incontrò però difficoltà nel viaggio di ritorno, e il tempo cattivo in mezzo al mare la costrinse ad un atterraggio d’emergenza in Sicilia. Il giorno dopo, decollando da un prato fangoso, sbatté contro un muro a secco e perse il carrello. L’aereo fu seriamente danneggiato e, poiché non trovò i pezzi di ricambio, lo fece trasportare tramite ferrovia nelle officine Junkers di Dessau in Germania.

Nel ’31 Marga iniziò a preparare un volo da primato spettacolare: voleva essere la prima donna a volare in solitaria dall’Europa fino a Tokyo. Sarà perseguitata dalla concorrenza di un’altra mitica pilotessa di quei tempi: Amy Johnson, britannica, che riuscì a precederla di pochi giorni. Amy però aveva volato a doppio comando, con il suo istruttore, quindi il primato del volo in solitaria dall’Europa al Giappone fu conquistato dalla von Etzdorf, anche se con qualche amarezza per quel primo arrivo di una donna pochi giorni prima di lei.

In ogni caso fu la prima a trasvolare la Siberia e gli Urali, prima di approdare in Giappone. Il 29 agosto 1931, dopo 12 giorni (11 di volo), e 10.000 chilometri, raggiunse la capitale giapponese, dove rimase diversi mesi a causa della guerra civile in Cina. Ebbe così l’occasione di incontrare Charles A. Lindbergh di passaggio in Giappone. Alla fine decise di rientrare in Europa seguendo una rotta meridionale per evitare la Cina.

Sulla via del ritorno, alla partenza da Bangkok ebbe un’avaria al motore del suo Junior e precipitò da 80 metri d’altezza. L’aereo fu completamente distrutto. Lei stessa rimase molti mesi in ospedale nella capitale del Siam. Il suo caro Kiek in die Welt non era più utilizzabile. Al rientro, nonostante i festeggiamenti, dovette affrontare l’esaurimento dei fondi, e iniziò così a scrivere articoli e, nonostante la giovanissima età, un libro autobiografico.

L’inevitabile titolo fu Kiek in die Welt - Un’aviatrice tedesca su tre continenti, un testo dove tra l’altro racconta le sue peregrinazioni da turista nei luoghi raggiunti, lasciandoci una traccia viva dei suoi sentimenti e della sua vita.

(8 marzo 2012)

1 - La sorella audace di Icaro 2 - Lo sguardo di Marga sul mondo 3 - Il volo vale la vita

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