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Se parlate vi licenzio

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Cinquantaquattresima puntata del dossier Alitalia CAI, per gentile concessione di Felice Saulino www.felicesaulino.it
Ragnetti ai dipendenti: se parlate con i giornalisti vi licenzio...


Stipendio con sorpresa per i dipendenti Alitalia. Questo mese, insieme al cedolino della paga, hanno trovato una “comunicazione urgente” del nuovo amministratore delegato Ragnetti: una lettera in cui si lamentano “intollerabili” fughe di notizie riservate verso “agenzie di stampa, singoli giornalisti e in generale verso tutto il mondo dei media”.

Secondo Ragnetti, siamo di fronte a una “violazione del codice etico” aziendale, un’inadempienza contrattuale che per i dipendenti porterà “conseguenti sanzioni, anche in ordine alla conservazione del rapporto di lavoro”. Traduzione: State attenti, perché se parlate con i giornalisti rischiate il licenziamento.

Per far capire di essere deciso a dare seguito alla minaccia, il successore di Sabelli informa poi di aver “dato mandato alla Sicurezza Aziendale di prendere tutte le iniziative necessarie ad individuare i responsabili di simili comportamenti, affinché la Società possa poi prendere tutte le iniziative del caso per rivalersi nei loro confronti”. Seguono i saluti di rito e la firma. Anzi, la doppia firma, perché accanto al nome di Ragnetti c’è la sigla del presidente Colaninno.

Controfirmando la lettera-minaccia ai presunti corvi, il numero uno di CAI ha voluto lanciare un avvertimento agli azionisti minori sempre più irritati per la gestione della compagnia e per l’esclusione dalla cabina di regia. Un’esclusione ratificata a fine marzo dal rafforzamento dei poteri del presidente e dei soci forti di Alitalia. Con Banca Intesa che ha ottenuto il raddoppio dei consiglieri d’amministrazione ed Air France che si è presa un altro posto in CdA.

La mossa di Colaninno tradisce comunque il nervosismo dei piani alti. Secondo i dati ufficiali, Alitalia ha chiuso in perdita anche il primo trimestre 2012 (131 milioni di euro), l’indebitamento finanziario ha raggiunto quota 961e la liquidità è ormai ridotta a 318 milioni, comprese le linee di credito non ancora utilizzate. Eppure l’ex compagnia di bandiera continua a godere del silenzio e dell’omertà della quasi totalità dei media italiani che non si scuotono nemmeno di fronte a notizie degne di approfondimento come quella dell’appalto delle rotte.

L’operazione è stata resa possibile dall’accordo sottoscritto con un piccolo vettore rumeno, la Carpatair, che fornirà aerei ed equipaggi su alcune rotte nazionali. Inutile dire che piloti ed assistenti di volo continueranno ad essere pagati secondo gli standard e i contratti vigenti in Romania. Il primo “AZ” gestito dalla Carpatair, da Ancona a Roma, è già operativo. Presto l’operazione sarà estesa al Pisa-Roma, al Roma-Alghero e ad altri collegamenti nazionali. L’ufficio stampa di Alitalia si è limitato a far sapere che il wet lease con i rumeni è stato approvato dall’ENAC, e che la Carpatair ha tutte le certificazioni di sicurezza della IATA.

Resta un problema: secondo i patti sottoscritti nel 2008 a Palazzo Chigi, CAI dovrebbe pescare piloti ed assistenti dal bacino dei 4.500 dipendenti della vecchia Alitalia ancora in cassa integrazione. Ma, al di là di qualche tiepida protesta sindacale, l’operazione è passata sotto silenzio.

In barba, questa volta sì, a quel “codice etico” (e non solo) che dovrebbe imporre a un’azienda il rispetto degli accordi firmati e degli impegni assunti.

Articolo pubblicato su www.felicesaulino.it sotto licenza
Creative Commons, riprodotto per gentile concessione dell'autore

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