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Il volo minimale

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Diciamo subito che non ha niente a che vedere con le “minime di volo” (le condizioni meteorologiche richieste per intraprendere un volo. NdR). Si tratta invece di un certo modo di intendere il volo a motore: volare con il minimo indispensabile. In tutti i sensi.

Basta sfogliare le riviste del settore per avere un’idea precisa dell’attuale tendenza in aviazione sportiva. Tanti cavalli nel motore, performance e linee filanti la fanno da padrone. Per andare da A a B ci vuole sempre meno tempo. Ricordo il pilota dimostratore di un bellissimo ultraleggero tutto compositi (e dal costo stimato intorno ai 90.000 euro) che presentava il velivolo all’ultimo “Cielo e Volo” di Ozzano con queste parole: “Sono partito questa mattina alle 6.00 dal Nord della Francia per Tolosa dove ho incontrato il collega con l’altro velivolo gemello, poi siamo andati a Nizza dove abbiamo fatto benzina, quindi in Corsica a Calvi per pranzare e con un diretto siamo arrivati qui alle 15.00”. Alla faccia dell’ultraleggero!

Ecco, dalla parte opposta di intendere il volo a motore troviamo il volo minimale: si parte con l’auto la sera dal garage di casa per raggiungere il primo prato idoneo. Si estrae il “velivolo” dal bagagliaio, si monta l’ala, una controllata generale e 10 minuti e 50 metri dopo si è in volo. Quando si è visto il sole tramontare e si è stanchi di godere del panorama e magari veleggiare a motore spento, ci si riporta sul prato, si atterra e si torna in garage con il “velivolo” nuovamente nel bagagliaio e l’ala sul portapacchi. E l’animo in pace.

Il velivolo in questione è ovviamente un deltamotore, anche se piuttosto originale. Prima di tutto deve essere leggero, quindi monoposto, molto semplice e robusto, quindi pieghevole, provvisto di un motore di piccola cilindrata, quindi monocilindrico e di un’ala da volo libero (deltaplano), quindi facilmente chiudibile. Mescolate tutti gli ingredienti e avrete un nanotrike.

minimale1La storia dei nanotrike comincia probabilmente in Francia nel 1999 quando la DTA, azienda leader nella costruzione di deltamotore, mette in produzione il piccolo Alizés. Con i suoi 39 chili, il monocilindrico Cors Air da 24 cavalli e un’ala da 15 m2 è capace di decollare in 30 metri, salire a 4 m/s e volare in crociera a 50-60 Km/h. Poi, si sa come vanno le cose, il demone della velocità ha vinto.

Oggi la stessa azienda è famosa per i suoi "carrelli", che spinti dal Rotax 912 da 80-100 cavalli sono capaci di sfrecciare a 150 Km/h. Ma il virus del nanotrike ha comunque avuto modo di radicarsi tanto da generare un’associazione europea, l’APPULMA, con sede in Francia, che si occupa dello sviluppo e divulgazione del volo minimale. Con poco più di 70 euro ci si può associare e ricevere i piani costruttivi dettagliati del PULMA 2000, un nanotrike super collaudato da autocostruirsi in garage. Sul sito si trovano anche tutte le indicazioni necessarie per acquistare tubi di alluminio, motori, ruote e quant’altro; essendo un carrello completamente imbullonato, non occorre neanche saper saldare.

Una volta finito il carrello e installato il motore (ok, mettiamoci pure anche l’elica!), occorre acquistare un’ala se non la si possiede. Con 1000 euro se ne trovano di ottime sul mercato dell’usato, revisione compresa. Ma chi si cimenta nella costruzione è spesso un pilota di deltaplano, cioè possiede già un’ala da volo libero che può essere utilizzata sul carrello avendo solo cura di soddisfare due importanti requisiti:

  1. minimale3rinforzare il punto di aggancio fra carrello e ala lungo il tubo centrale di questa che prende il nome di “chiglia” (vedi immagine a lato), poiché il delta da volo libero non è progettato per sopportare le vibrazioni trasmesse dal motore monocilindrico;
  2. il peso del solo carrello compreso di carburante e pilota deve stare abbondantemente entro il peso di progetto dell’ala (il compromesso migliore di solito lo si ha utilizzando ali “adatte a reggere” 150 chili, quindi è bene che il carrello non superi i 40 chili altrimenti, considerando 10 chili di carburante, il pilota deve essere piuttosto magrolino).

In questo modo i piloti di deltaplano hanno la possibilità di volare senza motore d’estate lanciandosi in volo libero dalle sommità dei monti e con il nanotrike d’inverno, partendo dal prato dietro casa. Non male considerando che il carrello può essere costruito con circa tremila euro (motore compreso) e ha un consumo che si aggira sui tre litri/ora. Ma c’è chi usa il motore solo per fare quota, poi spegne e... gode.

E se non si hanno le capacità manuali di Archimede Pitagorico? Niente paura, oggi i nanotrike più belli e tecnologici sono costruiti e commercializzati proprio in Italia.

Ovviamente ne parleremo presto. Stay tuned.

(24 agosto 2012)

 

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