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Il pallone di Napoleone

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Abbiamo già citato il “pallone di Napoleone” in un precedente articolo, ma le coincidenze incredibili che riguardano questo aerostato sono un miscuglio tra archeologia, cronaca, tecnica e superstizione che ci porta direttamente all’origine della moderna avventura del volo. Vale dunque la pena di approfondire.


Le ascensioni con globi aerostatici erano iniziate nel 1783, per merito dei fratelli Montgolfier, per quanto riguarda i palloni ad aria calda, e di Jacques Alexandre César Charles, un altro francese, per i palloni ad idrogeno. Le storie di queste attività richiederebbero trattazioni a sé stanti, si può tuttavia sinteticamente dire che in quegli anni divennero fonte di spettacoli straordinari, tanto famosi da trasformare i cognomi degli inventori nel nome dei mezzi stessi: mongolfiere per i palloni ad aria calda e ciarliere per i palloni ad idrogeno.

Jacques Charles fu meno fortunato dei fratelli di Annonay, ed il nome “ciarliera” col tempo si perse, lasciando spazio al semplice appellativo di “pallone”, a volte seguito dalla specifica “a gas”, oppure “a idrogeno”.

Tra i seguaci del professor Charles, ci fu André-Jacques Garnerin, prima studente (anche lui di fisica) e poi militare nell’esercito francese. Una volta al servizio dell’armata francese si spese per convincere gli stati maggiori dell’utilità dei palloni nelle operazioni militari. Durante le guerre napoleoniche subì la prigionia in Ungheria, e appena liberato iniziò a realizzare un suo grande sogno: il lancio col paracadute dai suoi aerostati. E di fatto, Charles è famoso come inventore del paracadutismo, ma le sue esibizioni erano pur sempre frutto di ascese in palloni ad idrogeno di sua costruzione.

Dal 1801 divenne aeronauta ufficiale della corte napoleonica. In effetti, i militari francesi sono stati i primi ad usare palloni ad idrogeno a partire dal 1794. Ma quando infine il Senato di Francia conferì al primo console Napoleone il titolo d’Imperatore, si organizzò una cerimonia d’incoronazione e dei successivi festeggiamenti mai prima visti, con una cura dei dettagli addirittura maniacale. Naturalmente, incaricato di eseguire lanci di palloni fu il colonnello Garnerin.

In quel dicembre 1804 Garnerin, reduce da impressionanti dimostrazioni nei cieli della Sassonia e della Russia di fronte alle massime autorità del tempo, aveva a disposizione un immenso aerostato utilizzato per quelle ascensioni, e decise quindi di adattarlo alle manifestazioni per i festeggiamenti dell’incoronazione dell’Imperatore dei francesi: il pallone, agghindato a festa, sarebbe stato lanciato senza equipaggio.

L’incoronazione avvenne il 2 dicembre alla presenza del sessantaduenne Papa Pio VII, costretto ad un duro viaggio per presenziare alla cerimonia, seguita da ben due settimane di festeggiamenti: al culmine delle feste si procedette al lancio degli aerostati, e qui le cronache si fanno confuse. Non è ben chiaro se i lanci furono più di uno in diversi momenti dei festeggiamenti o soltanto quello finale.

Di fatto, si citano tre località dalle quali sarebbe stato lanciato poi lo straordinario pallone di Garnerin: Place de l'Hotel de Ville, di fronte al municipio di Parigi, dove la città aveva dato un ricevimento in onore dell’Imperatore; la vicina Place du Parvis de Nôtre-Dame, il sagrato della cattedrale; e Place de la Concorde, un luogo simbolico e molto ampio, certamente adatto ad un lancio di grandi aerostati, già noto come Place de la Révolution, dove la ghigliottina aveva mietuto più di un terzo delle teste del periodo del Terrore. Nelle stampe dell’epoca il luogo raffigurato è Place de la Concorde... in ogni caso il lancio avvenne a Parigi.

I festeggiamenti erano costati più di otto milioni di franchi (una cifra incredibile per l’epoca) e il pallone, da solo, più di 23.000. Si capisce quindi la cura che pose Garnerin nel cercare di assicurarsi il rinvenimento del mezzo dopo il lancio: al pallone fu appesa una lettera che poi avrebbe costituito il documento basilare per certificare lo straordinario volo del mezzo. Nella lettera era scritto: “Il pallone portatore di questa lettera si è innalzato da Parigi la sera del 25 frimale (16 dicembre, secondo il calendario rivoluzionario), per opera del signor Garnerin, aeronauta privilegiato di S.M. l’Imperatore di Russia, ed ordinario del Governo Francese, nella circostanza della festa data dalla città di Parigi a S.M. l’Imperatore Napoleone. Quelli che troveranno questo pallone, sono pregati di averne cura e di ragguagliare il signor Garnerin sul luogo in cui è disceso”.

Il pallone fu adornato con ogni cura per l’evento memorabile: furono applicati drappi e bandiere, il globo fu sormontato da una rete in seta alla quale furono appesi tremila lampioncini di vetro colorato e le insegne imperiali, una corona e l’aquila napoleonica, ed un festone con scritto in lettere dorate: Paris 25 frimaire an XII couronnement de l’empereur Napoléon par Sa Saintété Pie VII.

Il lancio all’imbrunire di questa meraviglia, accompagnato da altri 4 o 5 aerostati più piccoli, deve essere stato davvero uno spettacolo straordinario, ma era solo l’inizio di un’avventura stupefacente.

Nessuno poteva immaginare l’incredibile tragitto che avrebbe percorso: il vento trasportò l’aerostato verso sud est per più di 1200 chilometri e, scavalcate le Alpi, si presentò il pomeriggio successivo sui cieli di San Pietro...

(continua)

(29 agosto 2012)

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