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Da un letto d'ospedale

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Maledetta prostata! Prima o poi mi doveva succedere, io lo sapevo: arrivato alla veneranda età di 51 anni i pezzi del mio corpo cominciano a deteriorarsi, e bisogna intervenire per limitare i danni. Perciò eccomi qua, in un letto di ospedale, dopo aver subito ieri mattina una TURP.


TURP sta per Trans Uretral Resection of the Prostate: non voglio spaventare tutti i lettori cinquantenni di questa rivista con i dettagli clinici di questa operazione, ma credetemi, non è divertente; e vi voglio dare un consiglio: se ci mettete più di venti secondi a svuotare la vescica.... beh, fatevi vedere!

Per fortuna ho un posto accanto alla finestra, oggi c'è un bel sole, e vedo la scia di condensa di un velivolo di chissà quale compagnia e diretto chissà dove. Mi rendo conto in questo momento quanto mi manchi il volo, quanto sia importante per me poter staccare i piedi da terra e sfuggire in qualche modo agli affanni terreni ed assaporare la libertà che solo il volo ti può dare.

Credo che, per me, le tre o quattro settimane, necessarie per la convalescenza e per la procedura per riottenere l'idoneità fisica dall'Istituto Medico Legale, saranno le più lunghe della mia vita; le passerò con la preoccupazione che qualcosa vada storto, e che qualcuno decida che non è il caso che io vada più in volo.

Non voglio neanche pensare a questa possibilità. Penso allora a tutti i colleghi (tanti) che non volano più. Per motivi fisici, per raggiunti limiti di età, perché hanno perso il posto di lavoro...

Penso che per la gente dell'aria come noi, essere strappati dal proprio ambiente naturale, proprio come succede ai pesci, sia un po' come morire.

Guardo il puntolino in cielo allontanarsi lentamente e penso... aspettatemi!

(5 ottobre 2012)

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