Volevo solo volare
Scritto da Stefano Sartini
(di quando la burocrazia si sposa alla sfiga)
Chissà perché, per frequentare un corso di “Volo da Diporto o Sportivo” secondo le norme vigenti, occorre un “Nulla Osta per Attività di Volo” da richiedersi alla Questura provinciale di appartenenza.
Forse che lo stivale pullula di kamikaze pronti a sacrificarsi su bersagli sensibili con il deltaplano? Mah! Pazienza, ottemperiamo. Funziona così: la scuola che si intende frequentare consegna all’allievo un modulo standard per la richiesta di tale Nulla Osta, che deve essere debitamente compilato e consegnato alle forze dell'ordine. Roba da cinque minuti. Pensavo. Pronti? Via!
Lunedì: visto che ci passo davanti, mi reco dai Carabinieri con la richiesta già compilata. Appuntato gentilissimo: "Siccome in città c'è il Commissariato, questo tipo di richieste le evadono loro perché dirette alla Questura di competenza". Va beh, pazienza, c’ho provato. Il lavoro mi aspetta.
Martedì: passo in Commissariato (dall'altra parte della città). Agente in portineria: "Questo tipo di richieste le accogliamo presso l'Ufficio Passaporti che si trova in Piazza Centrale, ma ora è chiuso e anche domani, dovrà andarci giovedì". Vado a lavorare contando fino a 100.
Giovedì: siccome il centro cittadino è una grande isola pedonale, parcheggio fuori le mura (ovviamente a pagamento) e mi incammino verso la Piazza. Naturalmente piove. Arrivo all'Ufficio Passaporti e trovo un cartello sulla porta: "Si avverte la cittadinanza che, per cause tecniche, l'Ufficio rimarrà chiuso dal 21 al 27 maggio". Oggi è ovviamente il 22. Mentre sto mentalmente ripassando la tabellina del nove, provo a suonare ugualmente e... mi aprono. Meno male qualcuno c’è. Spiego perché sono li e, con molta gentilezza: "Purtroppo oggi l'addetta non c'è e io non posso ritirare il documento, ma non si preoccupi, ora mi informo come si può fare". Dopo lunghe telefonate, consultazioni online e richieste all’Oracolo, mi comunica che devo tornare in Commissariato dove ero già stato il martedì, e chiedere dell'Ispettore Tal dei Tali. Ho già fatto tardi, mi incammino verso l’auto salmodiando sotto l’acqua.
Venerdì: dopo aver eseguito rituali propiziatori in rito sanscrito, mi reco nuovamente al Commissariato. Ovviamente di parcheggi free a quell’ora, neanche l’ombra. Entro e chiedo dall'Ispettore Tal dei Tali. Dopo tre rampe di scale lo trovo all’ultimo piano, legge la richiesta e con molta gentilezza: “Sicuro che non ci voglia la marca da bollo?”. Maledizione, come ho fatto a non pensarci? Ma non ne è sicurissimo. Quindi seguono X n + cos(z-y)3 telefonate, ricerche su internet, consultazione medianiche e consigli ai colleghi anziani: mi viene il sospetto che non ci deve essere molto interesse verso i corsi di volo ultimamente.
Alla fine salta fuori che, guarda caso, la marca da bollo serve eccome. Inizio mentalmente a ripassare le tabelline del sette e dell’otto, poi, in un impeto di orgoglio, mollo tutto lì -sperando che la borsa del PC in terra non sia scambiata per un pacco bomba- scendo al più vicino tabacchino, compro, rifaccio tutte le scale in sol balzo e rientro nell’ufficio brandendo la marca da bollo conquistata (intanto mi hanno già chiamato tre volte dal lavoro). "Ok facciamo subito, mi dia un documento che fotocopiamo". Non ci crederete ma la fotocopiatrice s’inceppa, praticamente la smontano sul posto in tre, la rimontano dopo aver estratto il foglio accartocciato contenente le memorie di Silvio Pellico, fotocopiano tutto, firme e controfirme, bolli e timbri. E’ fatta!
Figuriamoci. Parte un interrogatorio sul mio lavoro, abitudini, stato famigliare, frequentazioni, ecc. Ho rischiato la perquisizione corporale, ma ce l'ho fatta. Ho la ricevuta in mano! Adesso devo solo imparare a volare, ma cosa vuoi che sia.
PS: Ovviamente nel frattempo era scaduto il parchimetro e il vigile stava arrivando. Giuro che se avessi preso la multa, non mi avrebbero più visto al campo di volo.
(22 ottobre 2012)
