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Questione di sesso

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Anni e anni di volo, in massima parte trascorsi sul lungo raggio, mi hanno consentito di osservare uno strano fenomeno: dentro alla cabina di pilotaggio, prima o poi, la conversazione finirà col riguardare problemi di colesterolo, diete, ricette e ristoranti... insomma si parla di cibo.


Se invece le stesse persone si trovano insieme al ristorante finiranno invariabilmente a parlare di donne. Se poi sempre le stesse persone si trovano in compagnia di rappresentanti del gentil sesso, è fatale che finiscano con l'annoiarle parlando loro di aerei.

Il cerchio è chiuso: tre argomenti -cibo, sesso e aerei- per tre situazioni -aerei, cibo e sesso-, con una lieve sfasatura che mi ha sempre inquietato, suscitando in me il sospetto che ci sia sotto un qualche fenomeno legato alla sfera psichica.

Diversi anni fa, durante un volo da Milano a Los Angeles, ci si è presentato in cockpit (allora si poteva ancora fare) un passeggero che ha dichiarato di essere uno strizzacervelli diretto in California per partecipare ad un congresso di psicanalisi. Il tipo era allegro, arruffato e disponibilissimo (una specie di Roberto Benigni in libera uscita) e così ho afferrato al volo (è proprio il caso di dirlo) l'occasione che mi si presentava e gli ho proposto il problema.

La cosa lo ha divertito e appassionato e mi ha spiegato che, in realtà, tutti questi argomenti si possono ricondurre ad uno solo: il sesso, nei suoi molteplici aspetti e con le sue diverse fasi e pulsioni. Proverò a riassumere brevemente quanto in quell'occasione ho ascoltato sorvolando i laghi gelati del Canada.

L'argomento "donne" ha evidentemente a che fare con le “normali” pulsioni eterosessuali. L'argomento "cibo" attiene invece alle pulsioni verso il sesso orale, fortissime negli infanti ma pur sempre presenti negli individui adulti, anche se da tempo hanno smesso di succhiarsi il pollice. Per quello che riguarda l'argomento "aerei", dopo aver catalogato le manette di comando dei motori e la cloche (anche se, a dire il vero, davanti a me c'era un volantino e non la cloche del Barone Rosso) tra i simboli fallici, il mio simpatico interlocutore ha dissertato a lungo sul piacere apparentemente fine a se stesso che il pilota pare ricevere dalla manipolazione di detti oggetti, concludendone che alla base c'era senz'altro una nemmeno tanto velata componente autoerotica.

A questo punto, dichiarando che il divertimento che aveva ricavato da quella visita in cockpit ci dispensava dal pagargli la parcella, molto salata, che in altre occasioni ci avrebbe chiesto, ci ha salutato per tornare al suo posto.

Il viaggio è quindi proseguito senza problemi. Regolarmente, verso la fine del volo, abbiamo parlato del cibo e ci siamo accordati sul ristorante dove andare a mangiare la sera. Altrettanto regolarmente, durante la cena, abbiamo parlato di donne, occhieggiando discretamente i tavoli vicini e le cameriere. Siamo poi finiti in un piano-bar dove abbiamo attaccato discorso con due chilometriche bionde tutte denti, salute e vitamine, tediandole immancabilmente con i nostri discorsi di aerei. Tutto regolare, dunque.

Ma verso le tre del mattino, mentre cercavo vanamente di addormentarmi nella mia stanza d'albergo, mi è venuto in mente che, senza scomodare necessariamente il sesso, nella vita di un navigante di sfasature ce ne sono tante altre, a prescindere ovviamente da quelle dovute al fuso orario, contro le quali stavo inutilmente combattendo.

Sfasature gastronomiche, che probabilmente non troverebbero posto nel puzzle che lo strizzacervelli aveva argutamente delineato poche ore prima, ma sulle quali sarà magari divertente tornare.

(8 novembre 2012)

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