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Toccata e fuga in Skin minore

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Giunti alla decima lezione, direi di fare il punto sui miei tentativi di imparare a volare con un deltamotore. Dove eravamo rimasti? Ah si, più che atterrare, stavo tentando di “appontare” sulla pista del campo di volo con una tecnica che definirei “marsupiale”.


skinBeh, ne è passata di aria sotto le ali, e la scuola nel frattempo ha anche sostituito il delta. Usa sempre un Polaris Skin motorizzato Rotax 582 (65 Cv), ma con un’ala di superficie un po’ maggiore, siamo passati da 13 a 14 m2. Sembra una differenza piccola, ma si tratta di un’ala più turistica e bonacciona, insomma si presta meglio ai polli da addestramento (parole dell’istruttore). Io lo chiamo “Skin minore”, perché rispetto al precedente è un po’ meno maneggevole in virata ma più stabile e con un controllo più dolce in atterraggio.

E la mia tecnica di volo? Per quanto mi stupisca io stesso, ha fatto notevoli passi avanti. Soprattutto è diventata più sensibile e automatica. Questo significa che con un po’ di esperienza ho imparato a reagire più rapidamente e con misura alle perturbazioni di quota e direzione (quindi controllo di gas e barra). Infatti il deltamotore è mediamente molto più leggero e con minor carico alare rispetto al cugino ULM tre assi, quindi meno stabile anche con poco vento e piccole turbolenze.

Tanto per fare dei numeri, lo Skin in uso ha un peso a vuoto di circa 170 Kg distribuiti su 14 metri quadri di superficie alare mentre un tre assi medio pesa 285 Kg con una superficie alare di 13 metri o meno. Se da un lato queste caratteristiche permettono al delta decolli e atterraggi su piste molto corte e andature anche lente e rilassate, il rovescio della medaglia è un volo un po’ ballerino e divertente soprattutto nelle ore calde estive, quando le ascendenze si fanno sentire e ti sballottano in giro per il cielo.

Nonostante questo, o forse grazie a questo, fra la quarta e la decima lezione le manovre si sono fatte via via più precise. Ho imparato a seguire i riferimenti a terra per dare proporzione al circuito e migliorato molto il controllo in corto finale.

circuito

Ora anche in presenza di un po’ di vento o piccole turbolenze, riesco a correggere la traiettoria con prontezza durante l’avvicinamento. Ho scoperto anche che in queste condizioni la stabilità direzionale durante l’atterraggio migliora molto facendo la “minestrina”, come la chiama l’istruttore, cioè muovendo un poco ma continuamente la barra di qua e di là, giusto un centimetro. Le richiamate si sono fatte progressive con le ruote che appoggiano e non appontano. E finalmente ho sentito in cuffia: “bene, ora ridai motore e fai un altro circuito più stretto”. Insomma anche la toccata e fuga in Skin minore (touch and go) è ormai un bagaglio acquisito.

Il corso ha anche aspetti originali perché l’istruttore sa che, subito dopo l’esame, ho intenzione di proseguire a volare con un minitrike, un delta minimale completamente privo di qualsiasi strumento. Per questo tiene spenti sia la radio che gli strumenti di navigazione durante il volo, così mi alleno a contare solo sui miei sensi; la quota cerco di capirla dalle dimensioni delle case e degli alberi e le variazioni di assetto confrontando il muso del delta con la linea di orizzonte e devo dire che trovo la cosa anche divertente: se la signora mi saluta dalla finestra, significa che sono troppo basso!

Per entrare nelle virate strette ora picchio un po’ il delta e do gas prima di spostare lateralmente la barra, mentre per testare tutte le velocità eseguo questo esercizio: dalla velocità di crociera, aumento i giri motore progressivamente fino al massimo mentre tiro la barra fino al petto (massima velocità senza prendere quota), quindi tolgo progressivamente gas spingendo la barra fino a distendere completamente le braccia (minima velocità senza perdere quota). A questo punto si toglie completamente motore e si insiste con la barra fino a tenerla appoggiata anteriormente all’antistallo e finalmente il delta va in stallo. Improvvisamente butta giù il muso ma è sufficiente riportare la barra in posizione neutra e dare motore per ritornare in perfetto assetto di volo con una perdita di quota di pochi metri!

E siamo all’inverno. Questo fine settimana è prevista neve. L’unico esercizio che potrò fare sarà la chiusura e l’apertura dell’ala dentro l’hangar…

(3 dicembre 2012)

 

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