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PS3© Generation

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UAV, RPV, VPR, Droni. Chiamateli come vi pare e piace, amateli, odiateli, esaltate o no la tecnologia che li ha resi possibili, affidabili e funzionali, vantatene le meraviglie e le possibilità: insomma fate con loro ciò che più vi piace, ma una cosa e certa e sicura, non potrete più fare a meno di averli vicini.


Molti hanno già chiare le sigle, per coloro che non li conoscessero ancora, provvedo tosto ad una rapida presentazione: Unmanned Aerial Vehicle, Remotely Piloted Vehicle, Velivoli a Pilotaggio Remoto, Droni. In finale, “oggetti” volanti senza pilota. Per molti, la più spettacolare e allo stesso tempo silenziosa rivoluzione in corso nel mondo dell’aviazione.

Cosa è un Drone? Sostanzialmente molto più di un velivolo radiocomandato, bensì un vero “sistema“ costituito da molteplici sottoinsiemi in cui il velivolo vero e proprio non è altro che l’utensile finale. Per funzionare è costituito da un vettore (il Drone) un sistema di comando e controllo, un sistema di recupero e trattamento dati, un più o meno potente software di gestione e di sviluppo e controllo della IA (intelligenza artificiale) richiesta.

Il velivolo rappresenta, in ultima analisi, lo strumento per mezzo del quale sono fisicamente dislocati nel luogo voluto i sensori o gli “attrezzi” necessari a portare a casa un risultato operativamente valido, quale può essere la raccolta di informazioni, il controllo di un territorio, l’analisi dello spettro elettromagnetico fino all’attacco cinetico contro un bersaglio.

Un sistema di questo tipo richiede lo svolgimento di una serie di operazioni complesse, deve infatti essere in grado di raggiungere il “luogo di lavoro”, permanere in loco per il tempo necessario alla missione da svolgere senza essere rilevato, collezionare i dati richiesti su supporto fisico o inviarli in tempo reale alla stazione di controllo, rientrare in sede; eventualmente deve poter identificare il bersaglio ed ingaggiarlo con il sistema d’arma. Deve inoltre essere in grado di risolvere, possibilmente con il massimo grado di autonomia, una serie di emergenze, ed i dati ricavati devono essere altamente protetti da possibili intercettazioni e/o disturbi.

Ora, se da un lato la mancanza in prima persona di un essere umano a bordo, sembrerebbe rendere la cosa volante apparentemente semplice da realizzare, (meno misure di sicurezza, materiali e tecnologie meno sofisticati…), in realtà la delicatezza del compito e le condizioni generali di impiego rendono critico ogni componente del sistema, dal vettore aereo, che deve assicurare altissimi livelli di affidabilità per voli di lunghissima durata, al sistema di comunicazioni e controllo altamente impermeabile alle interferenze ed alla intercettazione, ai sistemi ottici, al software, alla intelligenza artificiale etc, etc.

Dal punto di vista dei possibili utenti, questi sistemi si stanno aprendo a possibilità ampie e diversificate. Se fino a ieri sono stati un affare esclusivo per i piloti militari, unici a dover difendere il proprio posto di lavoro da agguerrite schiere di colleghi elettro-meccanici, ora i campi di possibile impiego sono limitati solo dalla fantasia degli utilizzatori.

Controllo del traffico stradale, protezione civile, attività di sorveglianza anticrimine, ricerca e soccorso, controllo impianti industriali, monitoraggio ambientale, lavoro aereo: ecco alcuni dei possibili impieghi “socialmente utili” di questi sistemi. Tutte attività sin da ora fattibili a costi paragonabili ai sistemi tradizionali in uso e che diventeranno sempre più concorrenziali col passare del tempo.

Se si aprono prospettive ”commerciali” è conseguente la necessaria creazione di un nuovi profili professionali, primi fra tutti i “piloti commerciali di RPV”. Ora, come verrà affrontata questa sfida dalla burocrazia aviatoria nostrana, non ci è dato di sapere.

Nell’attesa di una prossima generazione di auto-burocrati elettronici ad elevato quoziente di IA, speriamo che quella attuale sappia gestire i cambiamenti con efficienza e professionalità, e che “il lato oscuro delle JAR” venga sconfitto sul nascere.

(31 maggio 2013)

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