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Un aeroporto a Cortina - II

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(segue) Terminata la Grande Guerra, l’importanza turistica della Perla delle Dolomiti aumenta piuttosto rapidamente e il futuro del Campo di Atterramento si lega, con notevole anticipo sui tempi ma con poca fortuna, alla possibilità di raggiungere Cortina come meta di un turismo d’élite.


Il 20 luglio 1929, una lungimirante Sezione Alberghi e Turismo della Federazione Fascista Commercianti, informa il Consiglio Provinciale dell'Economia di Belluno circa il progetto della società aerea Transadriatica di costituire una linea Venezia–Cortina.

Già in quegli anni infatti, Cortina era considerata un centro climatico estivo e invernale molto importante ma, oggi come allora, difficile da raggiungere, come riporta un documento dell'epoca: “Cortina è lontana da ogni importante centro urbano, ed avrà perciò sempre comunicazioni ferroviarie relativamente deficienti, trovandosi discosta da ogni linea ferroviaria a carattere nazionale od internazionale, e servita da una ferrovia a scartamento ridotto”.

Una richiesta del genere è senz’altro da inserire nel contesto turistico particolare dell’epoca: sotto la spinta della prima guerra mondiale, l'aviazione civile ebbe un periodo di intenso sviluppo e l'alta borghesia cominciava a considerare l'aereo come mezzo di trasporto non eccezionale. In realtà la società Transadriatica era l'esercente della linea Roma – Venezia – Vienna -Monaco che passava esattamente sopra la conca ampezzana e, anche per questo motivo, vedeva di buon occhio la possibilità di uno scalo intermedio nella turistica Cortina.

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In aggiunta al progetto principale dell’aeroporto, si svilupparono anche progetti turistici locali. La SITAR (Società Incremento Turistico Aereo Roma) diretta dal Comandante Mario de Bernardi, si era vivamente interessata per la “organizzazione di servizi aerei turistici (voli sulle Dolomiti), in partenza da Cortina”.

Ad ogni modo, sul finire degli anni '20 l'interesse per uno scalo aereo a Cortina doveva essere molto forte tanto da spingere il Ministero dell'Aeronautica, con decreto del 27 Novembre 1929 N° 276, a istituire il Campo di Fortuna di Cortina d'Ampezzo, trovando appoggio nella legge N° 1630 del 1927 relativa alle “servitù aeronautiche e alla sistemazione degli aeroporti e dei campi di fortuna lungo le rotte aeree dei velivoli”. Lo stesso decreto fece obbligo alla Provincia di Belluno di finanziare i rispettivi lavori presso l'area prescelta di Fiames, 4 Km a Nord dalla cittadina lungo sulla strada d'Alemagna che collega Cortina con Dobbiaco.

L’aeroporto però non si costruì. Il problema principale fu che il finanziamento dell'opera da parte della Provincia di Belluno incontrò seri problemi poiché la stessa Amministrazione dovette contemporaneamente provvedere alla costruzione del campo di fortuna (come si chiamavano allora i piccoli aeroporti lungo le rotte aeree principali) di Belluno. Non giovò neppure l’incertezza sulla zona prescelta: la società Transadriatica avrebbe preferito la precedente area di Campo di Sotto, offrendosi anche di provvedere alla costruzione del campo aviatorio mediante successivo rimborso del capitale esposto. Questo è il periodo in cui l'allora ministro dell'Aeronautica Italo Balbo fece diverse prove di decollo e atterraggio usando velivoli militari (dotati di sci in inverno) nell'area di Campo di Sotto. Di queste prove è possibile ancora oggi rivedere le riprese d’epoca sul sito dell’Istituto Luce.

Un ultimo tentativo di riavviare le pratiche per la costruzione dell'aeroporto fu intrapreso dall'Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Cortina nel 1942, in previsione della ripresa turistica post-bellica e per innalzare Cortina ai livelli di quanto già succedeva a Brioni e St. Moritz in Svizzera e Garmisch-Partenkirchen in Germania. Purtroppo anche questa iniziativa cadde nel dimenticatoio fino alle olimpiadi invernali del 1956, quando l'interesse internazionale si spostò sulla conca ampezzana consacrandola come tempio degli sport invernali. (continua)

Un particolare ringraziamento ai responsabili dell'Archivio e alla Biblioteca del Comune di Cortina d’Ampezzo e al quotidiano "Corriere delle Alpi"

(3 giugno 2013)

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