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La maledizione delle batterie

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La vicenda delle batterie del Boeing B-787 Dreamliner si arricchisce di un nuovo capitolo, che pare trasformare la realtà dei fatti in una telenovela senza fine: secondo le autorità giapponesi infatti, gli aerei appena rientrati in servizio devono subire ulteriori controlli.


Procediamo con ordine. Come annunciato ormai da settimane, con il mese di maggio si è concluso il programma degli interventi, concordati dal costruttore con la Federal Aviation Administration, tesi a mettere in sicurezza gli impianti elettrici (e segnatamente le batterie agli ioni di litio) dell'ultimo nato di casa Boeing.

Nello stesso tempo, dal primo di giugno, sono ricominciate le consegne di nuovi aerei, anch'esse bloccate dal mese di febbraio. A Seattle non hanno badato a spese, sguinzagliando squadre di tecnici in giro per il mondo con la missione di applicare, nel più breve tempo possibile, le modifiche tecniche richieste alla flotta dei 50 aerei consegnati.

Il primo di giugno segnava una data cruciale, con il rientro in servizio anche dei B-787 giapponesi, in particolare quelli di All Nippon Airways, che del nuovo aereo è il cosiddetto “vettore di lancio”, ossia, il primo a metterlo in linea.

E sabato scorso i Dreamliner giapponesi hanno puntualmente ricominciato a solcare i cieli. Solo che...

Solo che già domenica 2 giugno, dopo un solo giorno di operazioni, i tecnici della Japan Airlines hanno rilevato sui loro B-787 un problema, ancora una volta riguardante le ormai famigerate batterie.

Niente di troppo grave, a quanto traspare dalla notizia riportata da Japan Today, e tuttavia sufficiente a spingere il Ministro dei Trasporti giapponese Akihiro Ota a intervenire in prima persona per ordinare alle due compagnie giapponesi (JAL e ANA) che impiegano questo tipo di aereo di procedere a ulteriori ispezioni prima di impiegare la macchina in regolari voli di linea.

Secondo quanto dichiarato da un portavoce di Japan Airlines, i tecnici della compagnia avrebbero rilevato dei valori anomali nel differenziale di pressione tra interno ed esterno delle nuove cellule destinate a contenere le discusse batterie. Problema non da poco, se si pensa che proprio il contenimento di eventuali surriscaldamenti (dei quali peraltro ancora non si conosce l'origine) è al centro dei provvedimenti tecnici presi da Boeing per rimettere in linea di volo il Dreamliner.

A quanto pare l'anomalia è stata determinata dall'otturazione di alcuni sfiati, a sua volta forse causata dalla fretta (che non è mai buona consigliera) con la quale si è provveduto a mettere in opera gli interventi correttivi prescritti dalla FAA.

Un banale contrattempo, dunque, ma destinato ad avere notevoli ripercussioni su un'opinione pubblica, quella giapponese, già impressionata dai due episodi di fuoco a bordo, occorsi proprio su due aerei rispettivamente di JAL e di ANA, che avevano portato allo stop dei B-787.

In ogni caso questa ulteriore battuta d'arresto, anche se non grave, è un altro motivo di imbarazzo per Boeing, che nel mese di aprile ha ammesso, nonostante mesi di test, di non conoscere ancora la causa principale dei problemi che hanno causato la messa a terra in tutto il mondo di un aereo di linea di nuova generazione.

(6 giugno 2013)

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