Iscrizione Newsletter

Iscriviti alla Newsletter



Login

Punto di non ritorno - III

Attenzione: apre in una nuova finestra. PDFStampaE-mail

III - Che posto strano l' Antartide, solo sassi e ghiaccio: niente alberi, niente mosche. Un posto così strano che non hai bisogno dei soldi e neanche delle carte di credito: giri per la base, passi al bar e prendi quello che vuoi, magari un succo di frutta vecchio di tre anni, ma qui tutto è come minimo dell'anno prima: tutto ma proprio tutto, viene da un altro mondo.


pnr3Posto strano, dove esci sulla balconata in canottiera mentre fuori ci sono venti gradi sotto zero, poi ti copri come un astronauta, giri l’angolo ed il vento ti sega in due in meno di un minuto. Guardi il cielo, pensi che non possa esserci una giornata migliore e senza accorgertene ti ritrovi nel mezzo di una tempesta con il vento che ti frusta a 100 km/h.

Posto strano, dove ti senti a casa e sai che non è vero, dove pensi di essere a tuo agio, ma sai che dimenticare i guanti può essere il tuo ultimo errore.

Dove si cammina sull'acqua del mare, dove il sole ti gira intorno e non smette mai di aggredirti, dove il vento non soffia... ti cade letteralmente addosso dalle montagne, pesante come un macigno. Dove sulle cime c’è calma piatta e nel fondo valle il vento strappa i sassi dal ghiaccio.

Gente strana quella che gira qui intorno, gente che da trenta anni ne passa la metà in questo dimenticatoio.

Gente cui il sole ha bruciato anche le sopracciglia, gente che assapora un dolcetto alla pasta di arachidi seduta fuori da una capannina, in un deposito di carburanti nel bel mezzo del nulla, a 500 km di ghiaccio da ogni altro essere umano, e lo fa con uno sguardo che trasmette serenità.

Gente dalla punta del naso e dalle dita nere, gente di cui vedrai solo gli occhi sotto un passamontagna ed a volte neanche quello, gente che non sa chi diavolo sei tu e cosa ci stai a fare li, ma ti racconta di quelli che ha lasciato a casa come se li avessi sempre conosciuti.

Gente che vola 12 ore al giorno, immersa nella panna montata, senza autopilota, senza orizzonte, senza sosta, attaccata al suo aereo come alla sua famiglia. Che sfida la Solitudine, (e la maiuscola ha un significato assoluto) i quaranta sotto zero, il vento imprevedibile ed ogni altro imprevisto.

Gente che vola per ore e che atterra senza pista, che naviga senza bussola e che dorme senza una notte.

Gente che alla fine, dopo una giornata che avrebbe distrutto un mulo, la ritrovi ad accarezzare la carlinga del suo aereo, a rassettarne gli ormeggi sul ghiaccio come si rimboccano le coperte ad un figlio nella culla.

Gente che da un anno vive con 10 persone, a 50 gradi sotto zero e 80 gradi di latitudine sud e che alla radio non ti molla più perché anche solo la voce di uno sconosciuto la fa sentire di nuovo una persona normale.

Gente che tornerà a casa felice di essere fuggita dalla fine del mondo, ed appena arrivata, ricomincerà a pensare allo spazio, ai bianchi ed ai blu del ghiaccio, sognerà di nuovo il silenzio di un altro mondo, ed allora sarà ansiosa di tornare… (continua)

 I       II       III      IV 

(29 giugno 2013)

RSS
RSS