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Ossigeno, maschere e camere

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Il progressivo aumento delle quote raggiungibili dagli aerei pose il mondo aeronautico, fin dai primi decenni del 1900, di fronte alla necessità di studiare gli effetti indotti dalla mancanza di ossigeno sui piloti, e a tal fine furono inventate delle speciali camere, dette ipobariche.


In queste camere ipobariche, vengono fatti svolgere degli esercizi mnemonici, dei giochi di abilità, dei test in generale, per vedere come le prestazioni umane degradano con l’ipossia.

Ciò che si osserva, in tutti, è un rallentamento delle capacità di calcolo e la perdita di memoria a lungo termine, accompagnati da variazioni dell’umore che coprono una vasta gamma: c’è chi ride, chi piange, chi si arrabbia e chi si rilassa, e così via.

I Romani dicevano: in vino veritas, indicando che l’effetto del vino smaschera la vera disposizione d’animo preponderante in un individuo, quando le inibizioni sociali cadono. Anche noi potremmo dire in aere veritas, indicando come la mancanza di ossigeno al cervello provochi quel regresso verso stati di coscienza che teniamo a freno nella normale vita sociale.

Per quanto riguarda la fase successiva, l’anossia, si verifica in tutti i soggetti la perdita di conoscenza, lo svenimento, che può avvenire prima o dopo in funzione della resistenza fisica che varia da soggetto a soggetto, e su di un medesimo soggetto anche in funzione della stanchezza e dello stato di salute.

Questi sintomi si sviluppano gradualmente in caso di salita in quota su un aereo privo di pressurizzazione, e in genere si considera che voli prolungati al di sopra dei tre o quattromila metri siano da evitare. Per poter sviluppare il trasporto aereo su larga scala, si è dunque resa necessaria la realizzazione di sistemi di pressurizzazione che, comprimendo l'aria esterna, mantengano all'interno della cabina una pressione pari a quella di una quota molto più bassa di quella alla quale l'aereo sta effettivamente volando.

Ma cosa succede se, a causa di un guasto, il sistema di pressurizzazione cessa di funzionare, o se la sua struttura esterna subisce un danno tale da causare la fuga verso l'esterno dell'aria? Ebbene, in questo caso ci si troverà (gradualmente in caso di malfunzionamento dell'impianto o istantaneamente in caso di cedimento strutturale) a dover subire tutti i sintomi fin qui descritti, fino alla perdita di conoscenza. E' per questo che gli aerei sono dotati di maschere che consentono l'erogazione di ossigeno.

Al fine di evidenziare l’importanza dell’indossare la maschera ad ossigeno nell’affrontare questo tipo di emergenza, è importante avere in mente quanto tempo abbiamo per rimanere coscienti e vigili senza ausilio di una maschera. Consideriamo che l’insidia, come già ricordato, è quella di perdere gradualmente e inconsapevolmente conoscenza. Quindi, se ritardiamo a proteggerci fisicamente, indossando la maschera, potremmo in seguito avere dei problemi dovuti ad azioni sconnesse, scoordinate, che potrebbero generare situazioni ancora più pericolose, come nel caso dell’incidente della Helios Airways 522 del 14 agosto 2005, che ci ripromettiamo di trattare prossimamente.

Esiste una tabella che fornisce il cosiddetto "tempo residuo di coscienza" nel caso in cui l’aereo perda il sistema di pressurizzazione. E in tutti gli aerei è presente una procedura di emergenza che, nel caso di depressurizzazione istantanea, impone di indossare le maschere ad ossigeno, portando conseguentemente a scendere immediatamente di quota.

Al fine di prevenire problemi legati alla mancata reattività dei piloti nell’indossare le maschere ad ossigeno, molte compagnie aeree prevedono che almeno un membro dell'equipaggio di condotta indossi ed usi la maschera ad ossigeno quando si vola sopra i 41000 piedi, perché il tempo residuo, nel quale deve anche essere incluso anche quello necessario a capire cosa sta succedendo, ci lascia solo qualche istante per reagire. Per evitare ritardi nell’indossare la maschera ad ossigeno, è dunque meglio averla già pronta ed in uso.

antonio.chialastri(at)manualedivolo.it

(5 settembre 2013)

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