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Il colore degli aeroporti

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Nella seconda metà del secolo scorso, è proprio frequentando le paludi di Peretola che fui infettato dal "terribile" virus del volo. A quei tempi, più che aeroplani, in quella landa desolata si vedevano solo svolazzare le discendenti delle famose gru, ormai libere dalla caccia di Chichibii di sorta.


Firenze era un aeroporto color erba: per me, un aeroporto verde. E’ forse per questo che una volta messo piede sul piazzale della SVBIA (Scuola Volo Basico Iniziale Aviogetti) di Galatina rimasi abbagliato dall’arancione dei "macchini" schierati in bella fila, ed è la sensazione che ancora mi torna in mente quando ripenso a quell’aeroporto: un aeroporto arancione, un po' come il Terminal 2 di Malpensa attualmente.

Per tanti anni non ho più avuto una così netta immagine di colore associata ad un aeroporto, forse perché nei maggiori scali vi è una multiforme presenza di compagnie aeree, di loghi e "code" colorate che quella sensazione si era attutita col passare del tempo... fino a che non sono arrivato qui, alle porte dell’oriente, ed il fenomeno si è "magicamente" ripresentato. Istanbul Ataturk: l’aeroporto rosso, Sabiha Gökçen: l’aeroporto giallo, Ankara Esenboga: l’aeroporto blu... ora vi spiego.

Avete presente le code degli aerei della Turkish Airlines? rosse con un cerchio bianco nel quale spicca un non meglio identificato volatile stilizzato anch’esso rosso? bene nell’hub principale di Istanbul-Ataturk la fanno veramente da padrone, grazie anche al protezionismo esercitato dal governo turco, che è azionista di maggioranza della compagnia e che non favorisce certo l’ingresso di altri vettori. In questo aeroporto transitano ogni giorno, e molti con funzioni di feederaggio, alcune centinaia dei 1.000 voli giornalieri della compagnia che, l'anno passato, ha trasportato più di 114milioni di passeggeri.

104 sono i velivoli della famiglia Airbus, e per non fare "ingiustizie", 105 quelli della Boeing. Interessante è vedere la composizione della flotta: dieci sono gli A-330 (più 8 in ordine e tre cargo), altri tre cargo sono A-310, sette invece gli A-340, trentasei A-321, ventotto A-320, e quattordici A-319. Dalla Boeing invece arrivano dodici B-777 e novantatre B-737, dei quali dieci ER, sessantasei -800, quattordici -700 e tre -400. Potete quindi capire perché l’aeroporto possa sembrarmi rosso.

Basta però spostarsi 40 chilometri a sudest, traversare il Bosforo e posare le ruote a Sabiha Gökçen, il secondo aeroporto di Istanbul, ed ecco che il colore cambia d’incanto: questa è la casa di Pegasus, col suo codone giallo e il mitologico cavallo alato in bianco. Anche qui stessa musica, per questa low cost nazionale da sei milioni di passeggeri all'anno: aeroporto quasi in monopolio ai suoi quarantadue B-737-800, ma, udite udite, tra il 2015 e il 2016 arriveranno i primi settantacinque dei 100 (dico 100) Airbus-NEO, dei quali cinquantotto saranno 320 e diciassette 321 e allora, altro che giallo...

Ancora un salto verso est ed eccoci ad Esenboga, l’aeroporto della capitale Ankara... caspita, ma qui è tutto blu: esatto! Dalla capitale della Turchia e, geograficamente, dell’Anatolia, partono e arrivano fondamentalmente le grandi code blu di Anadolou Jet, con lo stesso volatile bianco stilizzato che appare sulle code della sua comproprietaria Turkish Airlines. La massima parte dei voli da Ankara sono infatti voli interni o di feederaggio per l’hub di Istanbul in code sharing con Turkish, fatti proprio dai venticinque B-737-700/800 e dai 5 A-320 dı Anadolou.

E' interessante notare come la capitale della nazione abbia pochissimi collegamenti internazionali e segnatamente solo con la Germania per quello che riguarda l’Europa (molto estesa è la colonia turca in quella nazione).

Molto più "arlecchini’" in termini di colore sono invece, specie nella stagione estiva, gli aeroporti della costa egea, la parte più vocatamente turistica del paese. Ad Izmir, Bodrum, Dalaman e Antalya è tutto un "rifrullo", se mi è consentito il toscanismo, di compagnie charter di tutta Europa: un vero alternarsi di loghi e colori differenti, taluni noti e altri del tutto sconosciuti, e purtroppo pochissimi provenienti dall’ex ‘"bel paese"...

...tanto ci sarebbe da dire in proposito, ma non vorrei rovinare tutto...

(26 novembre 2013)

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