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Non bevete quell'acqua

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Ho sotto gli occhi uno di quegli articoletti sullo stile "Quindici cose che non sapete di..." dove in tono abbastanza allarmistico vengono snocciolate dicerie, mezze verità, banalità e piccole furberie che, nelle intenzioni degli autori, dovrebbero servire a rendere più piacevole un viaggio in aereo.


Come già detto, alcune sono ovvietà, del tipo che se vi mostrate educati e il vostro aspetto è curato le possibilità di ottenere un upgrading (viaggiare cioè in una classe superiore rispetto a quella dove avete prenotato) sono maggiori rispetto a quelle di un tizio dall'aria aggressiva, con i vestiti sporchi e magari i piedi puzzolenti.

Altre sono banalità, come quella secondo cui, se vi addormentate prima dei pasti, probabilmente resterete a digiuno e, alla fine del volo, magari il vostro spuntino se lo sarà ingoiato qualcun altro. Con tutta probabilità un assistente di volo, è vero, ma del resto sono addestrati a non svegliare chi dorme, anche perché spesso le reazioni sono tutt'altro che piacevoli.

E poi c'è l'allarme rosso: attenti a non bere acqua di rubinetto. A lanciare l'avvertimento è un ex agente cargo di Lufthansa, il quale riferisce che, poiché i bocchettoni di carico dell'acqua e di scarico delle toilette su certi tipi di aerei (anche se non tutti) sono relativamente vicini e che le due operazioni a volte (anche se in realtà questo non si dovrebbe fare) vengono condotte in contemporanea, bere acqua di rubinetto si tradurrebbe nella quasi certezza di bere in realtà acqua di scarico delle latrine di bordo.

Ora, l'ipotesi che qualcuno in aereo vi proponga un bicchiere d'acqua proveniente dal rubinetto è altamente improbabile per alcune ottime ragioni. La prima è che le bottiglie vengono imbarcate appositamente, e le compagnie che vogliono fare economia da questo punto di vista semplicemente vi fanno pagare anche l'acqua che bevete; inoltre, volendo chiamare in causa la pigrizia del personale, per un assistente di volo il lavoro necessario ad aprire e chiudere un rubinetto equivale a quello da fare per aprire e chiudere una bottiglia, quindi non si vede perché gli dovrebbe venire la fantasia di fare una cosa piuttosto che l'altra; ed infine perché se proprio dovesse accadere ve ne accorgereste subito dal sapore.

I serbatoi dell'acqua infatti devono rispondere a precise caratteristiche di ermeticità, e non essendo montati in posizione tale da essere facilmente smontati e sostituiti, vanno soggetti periodicamente ad operazioni di disinfezione che rendono abbastanza sgradevole il sapore del loro contenuto. E se la disinfezione non è stata fatta (è lo è stata, ma troppo tempo fa), allora l'aroma che emanerà dal vostro bicchier d'acqua sarà quello inconfondibile del chiuso e dello stantìo. Se volete farne una prova, non avete che da andare alla toilette, lavarvi le mani senza far uso del sapone e successivamente annusarle.

E non è tutto: nella maggior parte degli aerei, in galley (che è quella specie di corridoietto dove gli assistenti di volo preparano bevande e pasti) l'unico rubinetto a disposizione è quello dell'acqua calda, e anche ammesso che gli assistenti di volo (per qualche misteriosa ragione o per semplice perfidia) vi vogliano servire acqua di rubinetto, dovrebbero prima aspettare almeno che si freddi.

L'acqua di rubinetto, contro il quale il nostro agente di rampa ci mette in guardia, è in realtà destinata ad altri usi, meno pericolosi per la salute dei passeggeri. Serve ad esempio a riscaldare per immersione i recipienti che non possono andare in forno, senza contatto tra cibo e acqua; serve a lavarsi le mani, ma per garantire l'igiene basta fare uso, come è buona regola anche a casa propria, del sapone; e serve anche a preparare thè e caffè, e in questo caso l'uso dell'acqua ad alta temperatura assicurerà almeno un minimo di igiene, mentre eventuali "aromi" indesiderati saranno coperti da quelli della bevanda scelta.

Certo, non sarà l'espresso del bar sotto casa, ma che un aereo, anche se decollato da Napoli, non sia  il posto migliore per gustare un buon caffè, non c'è bisogno che ce lo ricordi uno spedizioniere tedesco.

(17 aprile 2014)

 

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