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Ghiaccio blu

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E' quasi ora di cena, a casa mia, e come al solito mi sto dando da fare ai fornelli: la cucina è cosa mia, mi ci diverto e, modestamente, mi riesce abbastanza bene. Mia moglie invece è di là, davanti alla TV: per lei è ora di telegiornale, e come sua abitudine ama commentare con me le ultime notizie.


Ora per esempio richiama la mia attenzione su uno dei titoli che stanno scorrendo nella parte bassa del teleschermo: "Blocco di ghiaccio cade dal cielo in un giardino alla periferia di Torino".

Chiamato in causa, rispondo senza pensarci troppo su. "Hanno detto se era bianco o blu?" chiedo ad alta voce. E così la vedo arrivare in cucina a chiedere spiegazioni, convinta che la stia prendendo in giro... e in effetti una spiegazione è d'obbligo.

Gli aerei di linea imbarcano un certa quantità di acqua che durante il volo serve a preparare tè e caffè e ad alimentare i rubinetti dei lavabo e gli scarichi delle toilette. Finito il rifornimento, può capitare che per sporcizia della valvola, usura delle guarnizioni, disattenzione o fretta dell'addetto la chiusura non sia perfettamente ermetica e così, durante il volo successivo, si può produrre una piccola perdita, un trafilamento di acqua che, con l'abbassarsi della temperatura ad alta quota, si congela.

Si viene così a formare un blocco di ghiaccio che dopo un po', per effetto del suo stesso peso e dell'impatto con l'aria, si stacca e precipita verso terra. Ovviamente, così come ogni altro tipo di ghiaccio, anche questo sarà di colore bianco. "E allora- mi interrompe mia moglie- perché hai parlato di ghiaccio blu?"

Ho parlato (anche) di ghiaccio blu perché, a differenza di quelle dei treni, le toilette degli aerei non scaricano direttamente all'esterno, ma in un serbatoio interno dove una sostanza chimica provvede alla disinfezione del tutto, un po' come succede con i WC chimici di camper e roulotte. Una volta tornati a terra, con l'ausilio di apposite autobotti, si provvede a svuotare il serbatoio e a richiuderlo. Anche in questo caso la chiusura può non essere del tutto ermetica, ma stavolta il ghiaccio che si formerà, dato che il reagente chimico in questione è blu, avrà un bel colorito azzurro.

Ecco dunque spiegato l'arcano dei due colori, anche se in termini aeronautici il fenomeno prende sempre il nome di "blue ice". Ed è un fenomeno che può anche presentare dei rischi per la sicurezza del volo, perché se uno di questi blocchi dovesse essere risucchiato da un motore potrebbe produrre danni tali da causare lo spegnimento del motore stesso.

Le statistiche dicono che eventi del genere sono molto rari, anche se negli ultimi anni pare che si vadano facendo più frequenti. Secondo gli esperti questa tendenza è solo in parte dovuta all'aumento del numero dei voli: il fatto è che i tempi di transito si vanno facendo sempre più stretti, e la fretta mal si concilia con l'accuratezza delle operazioni. Senza contare poi che su molti aeroporti in giro per il mondo questo genere di operazioni è appaltato a ditte esterne, che fanno largo uso di manodopera non specializzata, con contratti a termine, o addirittura stagionale.

In ogni caso l'evenienza che a terra qualcuno se ne renda conto continua a rimanere abbastanza remota, perché la caduta avviene molto spesso in zone disabitate. L'ipotesi poi che una di queste meteoriti gelate (azzurre o bianche non ha molta importanza) centri un ignaro passante è calcolata dai soliti esperti nell'ordine di una ogni qualche miliardo di voli.

Ma non sarà certo questo a consolare il malcapitato che, prima o poi, se ne vedrà recapitare una sulla testa.

(28 maggio 2014)

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