Iscrizione Newsletter

Iscriviti alla Newsletter



Login

Guerra e pace...

Attenzione: apre in una nuova finestra. PDFStampaE-mail

...che non è il celebre romanzo storico di Lev Tolstoj, ma la definizione che meglio si attaglia al disastro aereo che il 27 giugno 1980 coinvolse nei cieli di Ustica il DC-9 I-TIGI dell'Itavia in volo da Bologna a Palermo: un atto di guerra in tempo di pace.


A fornire nuovi argomenti ai sostenitori di questa ipotesi, che già sei anni fa fu rilanciata dalle dichiarazioni rilasciate nel febbraio 2008 alla stampa (e successivamente confermate davanti ai tribunali di Roma e Palermo) dal Presidente emerito della Repubblica Francesco Cossiga, giunge oggi, in concomitanza con il 34° anniversario degli eventi, la decisione del governo francese di sollevare i propri militari dal segreto di stato.

E alcuni di essi hanno già ammesso davanti ai magistrati italiani impegnati in una rogatoria internazionale che, contrariamente a quanto sostenuto dalle gerarchie dell'Armée de l'Air per 34 anni, quella sera i caccia della base di Solenzara, in Corsica, continuarono a decollare e ad atterrare fino a tarda notte.

E' una svolta clamorosa, anche se i giudici avevano già in mano testimonianze e tracciati radar che smentivano la posizione ufficiale dei francesi, perché testimonia della volontà di abbattere il muro di reticenza e silenzio che fino ad oggi era stato eretto intorno alla vicenda. E anche perché giunge a soli due mesi di distanza dalla desecretazione degli atti relativi alla vicenda firmata da Matteo Renzi.

La magistratura ha ora dunque la possibilità, salutata con soddisfazione da Daria Bonfietti, che nella sua veste di presidente dell'Associazione Parenti delle Vittime della Strage di Ustica da anni si batte perché piena luce sia fatta, di verificare quella che per gli addetti ai lavori è da anni la sola spiegazione plausibile della perdita del volo IH-870: l'abbattimento da parte di caccia "amici" nel tentativo di colpire uno o più aerei libici che volava(no) "in coda" al DC-9 per sfuggire ai radar italiani e delle portaerei USA.

Un atto, appunto, di guerra in tempo di pace, al quale ormai ci si riferisce col termine di "scenario Ustica" e che è stato tirato in ballo da più parti anche per spiegare la repentina scomparsa (mistero a tutt'oggi insoluto) del volo MH-370: sarebbe stato un involontario contatto con un aereo militare che lo seguiva da vicino a causare la caduta del B-777 malese, che adesso giace da qualche parte del golfo di Thailandia (dove non lo si è mai cercato seriamente), mentre la famosa traccia che si perde nell'Oceano Indiano sarebbe quella dell'aereo militare che, probabilmente danneggiato, cercava di rientrare alla sua base.

Ma per tornare ai misteri nostrani e al DC-9 Itavia, c'è anche da segnalare una timida apertura della NATO, che si è dichiarata disponibile a fornire nuovi dettagli sui mezzi navali presenti quella notte nella zona, e la netta chiusura, al contrario, di Jalloud (ex braccio destro di Gheddafi) il quale, pur vivendo oggi a Roma sotto la protezione dei nostri servizi, si è rifiutato di rispondere ai nostri magistrati su questo argomento. Ma forse una possibilità di avere nuove informazioni da fonti libiche c'è.

Pare infatti che dopo la caduta del regime di Gheddafi gli archivi dei servizi segreti del Colonnello siano finiti nelle mani del SIS, il Secret Intelligence Service inglese. Certo, il motto stesso, Semper Occultus, di quello che è anche noto come MI6 non lascia ben sperare, e sarebbe il caso che il governo italiano, che già ha fatto la sua parte declassificando gli atti italiani e senz'altro ha avuto un ruolo nell'apertura francese, intensifichi il suo lavoro a livello internazionale per recuperare anche quei documenti.

E' il senso dell'appello rivolto da Daria Bonfietti in queste ultime ore a Matteo Renzi: "Il nostro governo imponga ai paesi amici di tirar fuori tutte le informazioni sulla strage, o non arriveremo mai alla verità."

(28 giugno 2014)

RSS
RSS