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I cavalieri che fecero l'impresa

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Con l'avanzare dell'estate, come è ormai costume da diversi anni, la redazione e gli autori di Manuale di Volo si concedono un periodo di vacanza. Vacanza durante la quale però, e anche questo è ormai tradizione, MdV non abbandona del tutto i suoi lettori.


Anche quest'anno infatti resteremo in un certo qual modo con voi, riproponendo alcuni degli articoli più interessanti tra quelli pubblicati nell'ultimo anno, ma anche, e questa è una novità, pezzi più vecchi che, in qualche modo, sono ancora (o sono tornati) di attualità.

Il titolo di questo articolo si riferisce appunto a uno di questi articoli, o meglio, a una lunga serie di articoli il primo dei quali, pensate, è apparso praticamente insieme a Manuale di Volo. E “i cavalieri che fecero l'impresa” altri non sono che quel gruppo di imprenditori che proprio da un (allora) Cavaliere furono chiamati a compiere quello che fu all'epoca, e con evidenti fini propagandistici, definito come uno straordinario salvataggio dell'italianità della nostra compagnia di bandiera.

“Cordata di patrioti”, oppure “capitani coraggiosi” furono gli appellativi con i quali all'epoca il coro quasi unanime della stampa e dalle televisioni italiane accolse l'inziativa. Tra le poche, pochissime voci fuori dal coro, quella di Felice Saulino che prima sul suo sito personale e poi concedendo anche al neonato Manuale di Volo l'esclusiva della ripubblicazione dei suoi articoli, ha documentato fin dal primo momento dubbi, errori, bugie, imbrogli, convenienze più o meno grandi.

A distanza di cinque anni, cosa sia rimasto di quel sussulto di italianità è sotto gli occhi di tutti: la cosiddetta “nuova” Alitalia, o la comprano gli arabi (alla faccia dell'italianità), o sarà costretta a chiudere i battenti. Sì, chiudere, perché a quello che veniva (e qualcuno ci prova ancora) spacciato per il fior fiore della classe imprenditoriale italiana sono bastati solo cinque anni per portare al fallimento una compagnia che pure era stata “regalata” a prezzo politico, ripulita di tutti i debiti (rimasti sulle spalle della “vecchia” Alitalia), liberata dal personale considerato in eccesso (il costo dei cui ammortizzatori sociali è stato scaricato sul contribuente) e con una preminenza di mercato su certe rotte (Roma-Milano in primo luogo) che ha fatto insorgere la Comunità Europea.

A completare il conto, che secondo alcuni ha raggiunto nel corso di questi cinque anni una entità pari a quella di due manovre finanziarie, anche una consistente serie di sgravi fiscali e una politica di concessioni e regalie alle aziende che, al di fuori da Alitalia, i “capitani coraggiosi” dirigevano.

Ricostruire tutte queste vicende sarebbe qui impossibile, e per questo vi riproponiamo, a partire dal primo articolo, quanto Felice Saulino è andato documentando nel corso di questi anni, e che alla fine ha dato vita anche all'instant book "Patrioti con le ali", che Manuale di Volo non poteva mancare di recensire.

Nella sezione L'approfondimento troverete anche tutti gli altri articoli: una proposta di Manuale di Volo per cercare di non dimenticare, mentre ancora regna l'incertezza sulla finalizzazione dell'operazione Etihad, quale razza d'impresa sia stata quella dei “cavalieri che fecero l'impresa”.

(4 luglio 2014)

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