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Libretto di volo

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Ogni pilota ha il suo libretto di volo… ma ogni libretto di volo ha il suo pilota. Non è propriamente un diario, in effetti, a prima vista il libretto di volo ha un aspetto quasi freddo e nozionistico. Un insieme di colonne e di linee, numeri, sigle e poche citazioni, per la maggior parte luoghi, date, abbreviazioni dal suono oscuro.


Eppure chi non se ne sente legato come ad una parte di se stesso, alzi la mano. Quanta invidia provata, quando ancora giovani allievi, si ammirava la vetusta consunzione dei libretti dei “Comandanti”. Quante storie, quante ore di volo custodivano con ostentato orgoglio.

E quanto sembrava lontano il giorno in cui anche noi non ci saremmo più vergognati delle pagine da riempire, ed inorgogliti delle pagine consumate e piene di nomi, di posti, di dati.

Il libretto di volo (o anche “dei voli“) altro non è che il registro su cui si annotano i voli svolti, identificati con il luogo di partenza, quello di arrivo, il giorno, l’orario di decollo e di arrivo, il velivolo e via con i dati ad esso inerenti. Tutto orientato, burocraticamente parlando, al controllo delle attività svolte e romanticamente invece, a mantenere traccia di quelle meravigliose parti di vita che sono state percorse in aria.

Forse non ho volato molto, di sicuro meno di quello che avrei voluto, ma rileggendolo, mi ricordo di quasi tutti i voli annotati. Quasi ogni nome, quasi ogni luogo, porta al ricordo di un particolare, di un avvenimento, di una persona, che magari nel frattempo ha cambiato mestiere o non è più tra noi.

Come quella volta che scendendo a Dublino mi portarono fuori dal cockpit in barella per un feroce attacco di lombalgia, o quando ad Istanbul ritrovammo, fra la sorpresa preoccupata di tutto l’equipaggio, l’amico seduto su una pila di tappeti sorseggiando tè in una bottega del suk. E quell’atterraggio corto al Cairo Internazionale, con tutto il traffico in sequenza che si attardava per darci spazio, seguito poi da 45 minuti di incubo e diverse decine di variopinte imprecazioni del controllore, una per le ogni volta che ci siamo persi durante il rullaggio… e poi, quella volta con l’amico ora in una compagnia di Singapore o quella riattaccata alle minime su Sarajevo con la nebbia ancora sotto di noi…

Una vita passata in una stretta cabina, gomito a gomito con colleghi che sono via via diventati parte di te, amici, fratelli. Atterraggi seguiti da lunghe serate a spasso senza meta in città lontane, decolli sotto temporali spaventosi o nevicate impreviste. Notti passate in una tenda gelida o in un albergo deserto pensando al domani, imprecando, sperando, pianificando un futuro che sembrava non dover aver fine.

Tutta una vita. Una vita passata in giro per il mondo. Una vissuta giorno per giorno e custodita in poche centinaia di pagine, zeppe di numeri, di date, di nomi, di luoghi. Custodite nelle pagine del tuo libretto di volo.

(28 gennaio 2015)

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