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Il rapporto uomo-macchina

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Si conclude con l’uscita del quarto volume la monumentale fatica del Comandante Antonio Chialastri sul fattore umano in aviazione e non solo. Il libro è stato presentato presso la nuova sala dei gruppi della Camera dei Deputati di fronte ad un competentissimo uditorio.


chialastri4Di massimo livello anche la tavola rotonda istituita per l’occasione dalla S.T.A.S.A. per dibattere in maniera ampia della sicurezza del volo in Italia. Significativo il titolo dato al dibattito: “Le lezioni apprese dai più recenti disastri nei trasporti - La valenza delle investigazioni tecniche - Il ruolo del fattore umano”.

Come è facile capire si tratta di materie di altissima specializzazione e di avvicinamento piuttosto ostico al pubblico meno competente in materia, ma diciamo subito che lo stile brillante del Comandante Chialastri annulla questa barriera rendendo il confronto col libro possibile anche ad un lettore che nulla conosca di questioni di sicurezza del volo.

Va anche sottolineato il fatto che questo è il quarto volume di una medesima opera che intende chiarire tutti gli aspetti possibili delle questioni di sicurezza del volo correlate al rapporto con l’essere umano, quindi andrebbero letti anche gli altri tre volumi per avere una quadro completo. In ogni caso i quattro libri costituiscono opere complete in sé per gli argomenti che trattano. Il titolo è sempre Human Factor, i sottotitoli descrivono il cuore degli argomenti trattati in ogni singolo volume. Chialastri è partito dal primo volume con “Sicurezza e errore umano”, per passare al secondo con “Prestazioni e limitazioni umane”, ed al terzo con “Teamwork negli ambienti ad alto rischio”. L’autore è approdato al volume conclusivo con il sottotitolo “Il rapporto uomo-macchina”. E’ probabilmente l’argomento chiave tra tutti i temi che indagano l’impatto degli esseri umani nella gestione di sistemi complessi.

Come ha dichiarato Chialastri nelle sua conferenza di presentazione, i libri sono organizzati sullo schema dei libri gialli: il “colpevole” si scopre alla fine, il discorso complesso si dipana tra i vari filoni di indagine per arrivare ad una possibile idea di “soluzione del caso” nello studio su un caso emblematico, scelto tra i vari incidenti che comunque sono trattati come casi di studio nelle pagine del libro.

In questo quarto volume il caso emblematico scelto è quello del volo Air France 447 che è una vera e propria summa di quello che può accadere quando il rapporto uomo macchina non è progettato con la dovuta attenzione. Questo naturalmente vale ai massimi livelli per le macchine di ultima generazione a volte immaginate come l’anticamera dei voli senza pilota, ipotesi al momento definita impossibile dall’autore del libro.

Secondo quanto afferma Chialastri gli incidenti che accadono oggi sono dovuti essenzialmente ad una carente progettazione dal punto di vista ergonomico. Ciò dipende di fondo dal fatto che chi produce le macchine non è, non ha la mentalità ed ha diversi interessi rispetto a chi le usa. Alcuni incidenti sono stati molto significativi proprio nel dimostrare che una migliore progettazione avrebbe forse evitato l'innesco della dinamica incidentale. Oggi, la disciplina dello human factor aeronautico, per il suo estremo valore nel campo della salvezza delle vite, sta migrando verso altre realtà come la medicina o altri settori ad alto rischio e ad alta complessità.

Quest’opera è sostanzialmente l’unica organicamente costruita disponibile in lingua italiana, tutti i maggiori testi (ed i maggiori studi e ricerche), sono in lingua inglese, pertanto un altro merito fondamentale dell’opera è quello di aprire le porte alla divulgazione dell’argomento abbattendo anche le barriere linguistiche, di non poco conto quando si affrontano argomenti tanto complessi. Basta citare il fatto che in inglese per indicare l’espressione italiana di sicurezza si usano due termini: Safety e Security. La safety identifica la sicurezza delle vite umane che andrebbe tradotto letteralmente con salvezza, mentre la security identifica la sicurezza patrimoniale o contro atti illeciti, quella che in italiano potrebbe essere tradotta con pubblica sicurezza.

Il libro affronta proprio l’importanza dell’elemento umano nello scenario d’interazione con l’automazione. Se si vogliono aumentare i livelli di sicurezza del sistema nel suo complesso, è auspicabile un più attento interessamento da parte delle istituzioni, delle organizzazioni e dei regolatori, nella continua ricerca di soluzioni adeguate a contenere e mitigare il potenziale rischio connesso alle nuove criticità emergenti. A tal proposito, il ruolo delle investigazioni degli incidenti riveste un’importanza fondamentale non solo nella determinazione delle cause, ma anche nell’impulso a modificare prassi non funzionali al mantenimento dei livelli di sicurezza ed a migliorarli.

Ciò che emerge dalla presentazione del libro è un nuovo modello di investigazione di tipo multidisciplinare, basato sull’apporto di differenti know-how afferenti alle diverse aree disciplinari e rivolto all’applicazione di metodologie standard in tutti i settori ad alto rischio e ad alta complessità, quindi con una ipotesi di migrazione verso altri settori, primo tra tutti quello della sanità (dove l’applicazione dei protocolli tipici del settore aeronautico ha dato in tempi brevi risultati eccellenti).

Conclude il volume la presentazione del caso di studio dell’incidente dell’Air France 447, che si legge davvero in un fiato per l’interesse e l’ottima stesura, proiettando una nuova luce su comportamenti anomali che non possono essere frettolosamente archiviati come semplici “errori umani”.



Scheda bibliografica

Titolo: Human Factor. Vol. 4: Il rapporto uomo-macchina
Autore: Antonio Chialastri
Editore: IBN, 2015
Genere: Saggio
ISBN: 978-88-756-5231-9

(24 maggio 2015)

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