Iscrizione Newsletter

Iscriviti alla Newsletter



Login

Il controllo antidroga - I

Attenzione: apre in una nuova finestra. PDFStampaE-mail

I - Chi metterebbe la propria vita nelle mani di una persona che non è in grado di intendere e di volere? Chi si sentirebbe a proprio agio nel sedile posteriore di una macchina guidata da un pazzo? Ovviamente, sono sensazioni spiacevoli e inquietanti che tutti noi preferiremmo evitare nella vita di tutti i giorni.


A maggior ragione, quando viaggiamo in aereo, ci aspettiamo un livello molto alto di affidabilità da parte dei professionisti che si devono prendere cura di noi. Già, perché volare mette ansia anche nelle condizioni ottimali, figuriamoci quando ci sono degli imprevisti o se c’è il minimo sentore che il pilota non sia completamente a posto.

Dopo l’incidente Germanwings, dove il pilota volontariamente ha cominciato una picchiata dalla quota di crociera per andarsi a schiantare su una montagna francese, i passeggeri oggi entrano a bordo scrutando il volto del pilota. Mi rendo conto di essere osservato come se fossi allo zoo, forse nella vana speranza di riscontrare segni anche latenti di turbe psichiche. A quei passeggeri vorrei ricordare che solitamente quando viene arrestato un serial killer che si diverte ad accumulare tranci di esseri umani nel frigo di casa, il suo vicino, intervistato dalla stampa regolarmente dichiara: “Sembrava tanto una così brava persona...”. Quindi, rassegnatevi; il pilota è strano di suo, altrimenti avrebbe fatto un altro lavoro. A meno che non vogliate considerare normale uno che atterra a trecento chilometri all’ora in mezzo alla nebbia.

Tuttavia, nonostante questa stranezza sotto controllo, il pilota ha anche grandi capacità di equilibrio, di stabilità emotiva, di auto-controllo. Sono poche le figure professionali che devono sottoporsi ad uno screening psicologico già dal momento in cui devono essere selezionati per il ruolo da ricoprire. Ad esempio, non mi risulta che lo siano i giudici, che pure hanno nelle loro mani il destino delle persone, né che vi siano sottoposti i poliziotti che pure maneggiano le armi, o che i medici siano controllati psicologicamente durante il corso della loro carriera.

Chi ha la responsabilità di tante persone sulle proprie spalle ha una seconda pelle che gli impone di prendersi cura degli altri e di essere all’altezza delle aspettative che altre persone ripongono su di lui. Una sorta di orgoglio professionale rende il pilota una specie di giapponese dotato di un codice etico non scritto che è garanzia di affidabilità. Eppure, nonostante questi presupposti, i piloti vengono controllati anche per uso e abuso di sostanze psicotrope come droga ed alcol.

Il controllo avviene a campione, con un preavviso di 24 ore, solitamente di rientro da un volo mattutino. Il controllo avviene per alcol (ma se alle dieci di mattina hai tracce di alcol, vuol dire che stai messo male male) e di droga (marijuana, cocaina, altre droghe ricreative, nonché farmaci proibiti). Ed è proprio questo ultimo punto mi ha spinto a riflettere su alcuni fenomeni che noto nella nostra società.

Prima di cominciare, è bene che sappiate che io sono nato e cresciuto in un quartiere popolare dove delinquenza e devianza erano la norma. E in quel contesto, io ero quello strano; e pur avendo amici che si drogavano pesantemente, non ho mai fumato, non mi piace l’alcol, la droga l’ho trovata inaccessibile per diversi motivi, andavo pure bene a scuola, parlavo senza parolacce e suonavo il piano.

Un disastro, in quell’ambiente. (continua)

(9 dicembre 2015)

RSS
RSS