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Una giornata particolare - II

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(segue) II - Si riparte per Roma, dunque, ed è il copilota ad effettuare la tratta. Le previsioni meteorologiche sono abbastanza chiare: vento da ovest, pioggia forte, bassa visibilità. Imbarchiamo una quantità di carburante abbondante di riserva perché è una giornata in cui può succedere di tutto.


Il sistema del trasporto aereo è strano perché quando tutto funziona si comporta in modo prevedibile, seriale, routinario; quando ci sono degli imprevisti diventa un sistema caotico in cui problemi si aggiungono a problemi. Così, arriviamo in prossimità di Roma e il controllore radar di Ciampino ci istruisce a rallentare e ad orbitare su Latina perché ci sono ritardi negli avvicinamenti. Ovvio, con queste condizioni di maltempo, le separazioni tra aerei in arrivo e in decollo aumentano. Poi andiamo verso Ciampino dove poi proseguiremo verso il lago di Bracciano per iniziare l’avvicinamento verso la pista 16L, orientata verso sud. Appunto; verso sud.

Il bollettino meteorologico di Fiumicino non riporta nulla di anormale, ma l’esperienza mi suggerisce di mettermi in ascolto sulla frequenza di torre per monitorare la situazione sulla pista e sentire quello che stanno facendo gli aerei in atterraggio. E dalle comunicazioni tra controllore di torre e aerei in avvicinamento sento che il vento in quel momento è esattamente al traverso, con pista inondata d’acqua per il nubifragio e una visibilità ridotta per gli scrosci di pioggia. Praticamente, noi non possiamo atterrare perché queste condizioni sono oltre i nostri limiti previsti dal manuale. Però, tutti atterrano.

Comunico al controllore radar che noi non possiamo effettuare l’avvicinamento perché oltre i nostri limiti consentiti e quindi chiediamo di atterrare per la pista 25, cioè quella verso il mare, che ha il vento tutto frontale. Da quel momento in poi, tutti gli altri aerei in frequenza chiedono di atterrare per quella pista. Il controllore ci dice di aspettare su Ciampino, poiché stanno cambiando la pista usata per l’atterraggio. Dico al copilota che abbiamo carburante per aspettare un miglioramento e così faremo.

Quando un fenomeno è particolarmente violento non dura molto, come già sapeva Epicuro, commentando l’effetto delle malattie; se è seria dura poco, se dura tanto si può sopportare. Quindi, decido di far passare la buriana e di attendere in volo, dove nel frattempo si sta accumulando una notevole quantità di ghiaccio sulla struttura. Informo il controllore anche di questo perché i prossimi aerei verranno ad attendere in questa posizione e a questa quota. Se ci sono aerei più piccoli potrebbero avere dei problemi più seri con il ghiaccio.

Il controllore di volo in quel momento ci informa che la torre di controllo ha deciso di cambiare la pista in uso. Adesso non è la 25, come chiesto da tutti i piloti in volo, ma la 34R, cioè quella verso Nord. Mi rimetto in ascolto sulla frequenza di torre e vengo a sapere che il vento è passato da ovest a nord-ovest, sempre di intensità sostenuta, ma senza quella pioggia forte riportata in precedenza.

Dico al pilota di cominciare l’avvicinamento perché stimando il tempo necessario prima dell’atterraggio, l’esperienza mi dice che troveremo un miglioramento del tempo. Infatti, dopo cinque minuti, mentre siamo in dirittura finale, il vento è passato a 18 nodi, leggermente di lato, con buona visibilità e l’atterraggio avviene regolarmente sulla pista, che dal canto suo nel frattempo aveva drenato bene.

Dopo due ore di transito si ricomincia, stavolta per andare a Cagliari. Previsioni di tempo di nuovo impegnative: vento di maestrale fino a 35 nodi, però quasi tutto frontale. Tuttavia, quando il vento è molto forte, ci sono inevitabilmente le raffiche che possono destabilizzare il volo.

A Roma, invece, sembra arrivata la bonaccia, con un vento quasi calmo, buona visibilità e nessuna nuvola. (continua)

(9 aprile 2017)

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