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Voli da e per Milano - VII

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(segue) VII - Volo Milano-Düsseldorf, fase d’imbarco passeggeri, il volo è previsto pieno e sono già stati venduti tutti i posti a sedere; i primi due passeggeri che entrano si guardano attorno e poi uno dice all’altro: “Beh, ma se l'aereo vuoto allora possiamo sederci ovunque”.


Avendo sentito questa frase gli dico che devono prendere il posto a sedere indicato sulla loro carta d'imbarco dato che il volo è completo. Pochi minuti dopo vengo chiamato da altri due passeggeri i quali mi dicono che il loro posto a sedere è stato occupato da qualcun altro. Controllo le carte d'imbarco di tutti i passeggeri in causa e mi accorgo che non si tratta di una doppia assegnazione, ma di un probabile errore dei due che erano seduti per primi.

Mi rivolgo ai due passeggeri e gli dico: “Scusate signori, ma dovevate prendere il vostro posto a sedere non quello di altri”, e i due tipi con aria un po' seccata mi dicono: “Ma noi abbiamo fatto uno scambio con quelli della fila 28”›, al che io gli domando quali posti avessero quelli della fila 28. “Noi non lo sappiamo!”, è la risposta.

Allora gli dico: «Se dovete fare il cambio di posto con qualcuno, è necessario che occupiate il posto assegnato delle persone con cui è avvenuto lo scambio, altrimenti rischiamo di lasciare inpiedi tutti i passeggeri, dato che il volo è pieno e di posti vuoti dove far sedere chi è stato sfrattato non ce ne sono”.

Uno dei due mi risponde: “Quanto la sta facendo lunga! Comunque io mi alzerò soltanto se lei mi dice con precisione dove devo andarmi a sedere”. Vado dai due- seduti alla fila 28 per capire quale era il loro posto per poterlo indicare agli altri due, ma trovo una situazione analoga alla prima: i due che si erano spostati alla fila 28 avevano posto assegnato alla fila 11, nelle poltrone J e K, e sii erano seduti alla A e alla B, mentre altri due passeggeri erano rimasti in piedi ad attendere, un posto dove sedersi dato che il loro era occupato.

Domando ai due signori in piedi se gentilmente si possono sedere ai due posti vuoti della fila 28 mentre mi accingo a raggiungere i primi due per dirgli che il loro posto è alla fila 11 quando uno dei due passeggeri .rimasti in piedi mi dice: “Io voglio il mio posto e lo pretendo perché mi spetta di diritto”. «Hazz!!!» penso tra me e me (senza farmi sentire ovviamente), e ripeto ai due passeggeri seduti che devono alzarsi.

Ma uno di questi mi dice: “Ma noi abbiamo fatto un cambio!”. “Si signore», gli rispondo, «ma se io entro, per fare un esempio, in un bar e decido di cambiare il mio caffè con il cappuccino di un mio amico accondiscendente, non vado a bermi la spremuta d'arancia dello sconosciuto che mi sta a fianco... prendo il cappuccino del mio amico, no? ha afferrato il concetto?”.

A questo punto i due signori seduti visibilmente confusi e sicuramente dubbiosi riguardo alla mia integrità neuropsichica, decidono finalmente di spostarsi nelle poltrone di loro competenza E io mi reco immediatamente dai primi due passeggeri per dirgli di spostarsi alla fila 11 e far sedere al loro posto i due che erano ancora in piedi ad aspettare e nel frattempo, ostruendo il corridoio avevano creato una fila da cinema di sabato sera. E uno dei due mi fa: “Ancora lei? Ma allora ce l'ha proprio con noi! Con tutti i posti che ci sono su questo aereo, li deve far sedere proprio qui, quei due tipi là?”

“Hazz!”, penso nuovamente tra me e me; ma siccome noi assistenti di volo abbiamo il divieto assoluto di esercitare qualsiasi tipo di autoritarismo mi limito a fargli notare che più tempo si perdeva a risolvere questo problema e più avremmo tutti rischiato di partire con ritardo.

Solo a quel punto, con sommo sforzo da parte di quei due e non senza ulteriori commenti, tutto si risolse. (continua)

(17 luglio 2017)

 

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