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Ryanair nel Bel Paese

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Antonio Bordoni è un giornalista esperto di aviazione. Ha una lunga esperienza nel campo delle aerolinee e gestisce anche un sito che analizza la sicurezza aerea in cui ci sono molte statistiche interessanti che rappresentano una specie di lettura in filigrana di quello che accade nei cieli.


ryanairIl suo ultimo lavoro (Ryanair nel Bel Paese ovvero Cronaca di una colonizzazione) concentra lo sguardo sul fenomeno di Ryanair, la più famose delle low cost e della sua discesa in Italia, che l’ha portata ad essere la prima compagnia del Bel Paese. Da appassionato scrittore, ma anche da sistematico collezionista di fatti e circostanze, mette insieme due facce di una stessa medaglia. Ne viene fuori una specie di de-briefing strutturato come quello che fanno i piloti al termine di una missione di volo: Cosa è successo? Come è successo? Perché è successo? Cosa possiamo imparare dall’esperienza vissuta?

Il libro inizia con una fotografia dell’Italia alla fine degli anni Novanta, elencando il numero delle compagnie aeree italiane, si sviluppa lungo un arco di quasi trent’anni seguendo passo passo le mosse attuate da Michael O’ Leary il suo boss, ininterrottamente al timone dal 1994. Ecco una prima grande differenza rispetto ad altri vettori: la continuità di gestione. È vero anche che i suoi profitti sono stati costanti e sostanziosi e non c’è motivo di rimuovere un tale condottiero; squadra che vince non si tocca.

Il modello di riferimento per Ryanair (fondata da Tony Ryan, che era gestore di una società di leasing) è stata la Southwest, una delle più redditizie compagnie americane basata sul criterio low cost. Leggendo il libro, vengono sfatati alcuni miti che girano intorno alle low cost e al trasporto aereo in generale. I mantra che girano costantemente per risanare le compagnie in crisi ruotano intorno ad alcuni principi: puntare sul lungo raggio, fare le alleanze con altri vettori. Ebbene, sia Ryanair che Southwest operano solo a livello corto raggio, senza fare alcuna alleanza con altri vettori. Inoltre, Ryanair (così come Easyjet) non fa parte neanche della IATA, l’associazione che raggruppa circa 280 vettori nel mondo.

Al di là di criteri gestionali volti all’efficienza estrema, Ryanair si basa su alcuni presupposti nati con la deregulation europea degli anni Novanta. L’estrema dinamicità del management di Ryanair è riuscito ad entrare nelle pieghe della legislazione europea, che permette di stabilire una base in un Paese comunitario e pagare le tasse, anche generate altrove, in quel Paese. L’Irlanda ha tasse molto più basse di Italia, Germania, Francia, Belgio. Quindi, un primo vantaggio è fiscale.

Il secondo vantaggio è di tipo previdenziale. Il personale che lavora nelle basi estere viene pagato applicando gli oneri sociali irlandesi. Quindi, si paga meno del 5% contro il 40% degli altri Paesi europei. In Francia ci sono stati contenziosi rilevanti, che hanno portato poi alla chiusura della base di Marsiglia. In altri, come la Germania, ci sono state delle perquisizioni addirittura a casa dei piloti per verificare la correttezza dei profili fiscali applicati.

Il terzo vantaggio è quello relativo ai finanziamenti dati dagli aeroporti locali. Anche qui, occorre fare delle distinzioni. L’autore si chiede: se hanno liberalizzato il trasporto aereo perché si dovrebbe applicare solo alle aviolinee e non agli aeroporti. Se l’aeroporto è privato, farà tutto quello che è nelle sue possibilità per attrarre quanti più turisti per la zona che ha intorno. Se è pubblico, esistono delle norme che rendano pubblici gli accordi? L’ente regolatore è vigile nell’evidenziare delle anomalie, delle storture negli accordi? Come mai in Inghilterra non ci sono contenziosi per quello che riguarda la sovvenzione degli aeroporti a Ryanair?

Di fatto, l’Italia è diventata terra di conquista. L’autore mette nel conto l’inettitudine dei manager della ex-compagnia di bandiera che hanno sbagliato tutte le strategie, non hanno fatto alcuna ostruzione verso pratiche al limite della legalità e non hanno saputo intercettare l’aumento esponenziale del traffico aereo in Italia.

Un libro che si legge tutto d’un fiato, con accanto una bella bottiglia di Maalox, e che con assoluto equilibrio mette a nudo tutte le inefficienze dello Stato, della politica, dell’Europa, dolendosi con una punta di rammarico di non vedere la compagnia di bandiera all’altezza delle sfide che nel tempo sono state lanciate e mai raccolte fino a portare a tre fallimenti in meno di otto anni.

Uno dei libri più interessanti nel campo aeronautico che ho letto negli ultimi anni.


Scheda bibliografica
Titolo: Ryanair nel Bel Paese. Cronaca di una colonizzazione
Autore: Antonio Bordoni
Editore: LoGisma, 2017
Genere: Economia, Saggio
ISBN: 9788897530930

(22 luglio 2017)

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