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Multitask fallimentare 2.0.1

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I - Con il potenziamento tecnologico nell’uso dei dispositivi elettronici, piattaforme e-learning, notifiche whatsapp, mail etc... siamo in connessione continua col mondo del lavoro e non solo con questo: è il multitasking lavorativo 2.0, che all’inizio sembrava figo, come avere una marcia in più…


Allo stato delle cose attuale, credo invece che molti avrebbero una parolaccia da spendere per lui. Infatti. Diversi studi e ricerche in letteratura bocciano il multitasking come controproducente per la salute umana. La Francia ha già varato il “diritto alla disconnessione lavorativa”, in Italia ci si sta dedicando con mooolta calma.

Il multitasking intanto, va avanti imperterrito per la sua strada sostenuto e consolidato contrattualmente da Governi e Sindacati che cercano di attribuire sempre più mansioni e attività in capo ai singoli lavoratori che invece diminuiscono di numero negli organici, “grazie”, se mi passate il termine, alla amata/odiata tecnologia.

Proprio ieri disquisivo con un’amica, cancelliere al tribunale fallimentare di Roma, a proposito dell’odiato multitasking e di come lei e i pochi colleghi debbano barcamenarsi fra le mille pressioni della malandata macchina della giustizia e le sacrosante richieste di tanti cittadini. I fallimenti aziendali dal 2009 al 2016 sono saliti +59,9% (fonte Repubblica). Indubbiamente nei tribunali fallimentari c’è un sovraccarico di lavoro e, se il processo telematico ha accelerato alcuni adempimenti per le parti in causa, i tempi della giustizia hanno conservato tutta la loro lentezza estenuante.

Basti pensare al primo fallimento Alitalia del 2008 ancora girano piani di riparto e creditori che aspettano, intanto si è sovrapposto quello del 2014, e quello del 2017 è “in itinere”.

“Il potere giudiziario dello Stato è al collasso ma lo Stato non può fallire”, ho affermato per consolare la mia interlocutrice, “quindi cerca di non arrivare con un esaurimento alla pensione, a 68 anni, grazie alla nostra ‘amata’ Forny (legge Fornero n.d.r.)”.

Per inciso un recente studio condotto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stima che i disordini da depressione e ansia costino all’economia globale un trilione di dollari ogni anno in perdita di produttività.

Gli “alitalians” che dal 2008 sono vittime di uno stato fallimentare cronico della propria azienda, hanno molte emozioni negative accumulate nel tempo, in alcuni casi, direi quasi un Disturbo Post Traumatico da Stress. Al momento nessuno è in grado di anticipare se il “fallimento pilotato” del 2018 sarà l’ultimo in ordine cronologico ma mi sento di dire con certezza che i disturbi umorali di questi ultimi 10 anni peseranno ancora a lungo sullo stato di malessere dei lavoratori di Alitalia e che il multitasking 2.0 nel tempo si evolverà in 3.0.

A questo proposito ci troveremo quindi sempre più nello stato di attivazione perenne da “ansia da update” di un qualche prodotto, sia esso Android o di nuovi rilasci di dispositivi Mac (ex. Iphone 4, 5, 6,7,8,9,10 ecc… e aggiornamenti dei sistemi operativi (6.0, 7.0. 8.0. 9.0…. siamo al 11.2.2 e non so se sono aggiornata).

Io credo che se qualcuno potesse osservarsi con coscienza critica e oggettiva mentre sta in multitasking forse capirebbe che la salute è un bene da tutelare subito e presto.

Mentre chatti e stiri le camicie della divisa, è un attimo distrarsi e rispondere a un numero sconosciuto. Sono i turni che ti cercano, sotto mentite spoglie, per comunicarti che ti è stato notificato un cambio turno.

Il nuovo avvicendamento ti chiama in servizio un giorno prima, per quattro giorni, rispetto a quello che avevi programmato e che sarebbe partito fra due giorni e durato tre… e la baby–sitter ti aveva appena inviato una mail dicendoti che si era ammalata e che il giorno seguente sarebbe stata a riposo: cerchi di spiegarlo all’impiegato, ma nessuna pietà. Gulp!

Panico: metti giù la cornetta, mentre il cervello cerca di pianificare, e avvia la “modalità problem solving”, e ti connetti ad ALIS (sistema di notification di attività aziendali e di scambio turni fra naviganti... quando funziona) per provare a cambiare il turno appena assegnato. e, mentre muovi ritmicamente con un piede la culletta del bambino che piange, prepari la cena, sfogandoti con una collega su Facebook perchè ALIS al momento non si apre.

Beh, l’ansia da multitasking in questo caso potrà farti bruciare l’arrosto o litigare col coniuge quando torna stanco dal lavoro e si sente comunicare che tu parti un giorno prima anziché fra due giorni e che starai fuori quattro anziché tre giorni. Lui ti guarda con l’occhio stralunato, classico dopo gli straordinari non pagati in ufficio, mentre tu gli spieghi che l’indomani dovrà stare a casa dal lavoro col bambino almeno finchè non guarisce la baby sitter. I nonni non cercateli più, molti di questi arzilli sessantasettenni/settantenni lavorano, sempre grazie a Forny.

Ma quando esci da casa già carico di una ridda di multitasking social-domestici, connesso H24 col lavoro e ti trovi in una HRO (High Reliability Organization) ambiente multitasking per eccellenza, scenari incerti, richiedenti, sistemi interagenti, problemi all’orizzonte e devi attivare una decision making lucida, che fai?

Boh, cerchi di fare sempre del tuo meglio ma non sai neppure se domani avrai ancora un lavoro e tanto meno se l’Italia avrà ancora una compagnia aerea… (continua)

(16 gennaio 2018)

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