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Quelle strane nuvole

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Di nuvole, si sa, ce ne sono tanti tipi e, come spesso accade in campo scientifico e naturalistico,  esiste una dotta classificazione che ricorre all'uso di nomenclatura latina: e così c'è il "cumulus humilis", la classica nuvoletta di bel tempo, caratteristica delle mattinate primaverili ed estive.

E magari, nel pomeriggio, può crescere fino a diventare "mediocris", dare origine a qualche acquazzone e al limite evolvere fino al classico "nimbus", la nube temporalesca vera e propria, da evitare sempre con la massima attenzione e che noi spesso chiamiamo scherzosamente "cumulus ferreus".

"Ferreo" perché può essere tanto violento che se ci si entra dentro l'impressione è quella di essere andati a sbattere contro un mucchio di ferro, ma anche perché, nella fase di massimo sviluppo (e pericolo), la sua sommità tende ad allargarsi e ad assumere una caratteristica forma "a incudine"... ferrea, appunto.

Ovviamente, come tutte le nubi, non contiene nient'altro che acqua, magari sotto forma di grandine o neve, ma solo acqua.

Ci sono però delle nuvole speciali, che a buon diritto potrebbero fregiarsi del titolo di "ferree" perché contengono davvero dei minerali: sono le nubi vulcaniche, formate da  ceneri e polveri sottili scagliate in alta quota dalla forza dell'eruzione e trascinate dai venti per migliaia di chilometri.

Sono particolarmente subdole, perché il ridottissimo diametro dei granelli le rende difficilmente rilevabili dal radar di bordo, e anche di giorno possono essere nascoste alla vista da altre nuvole, ma se ci trova a volarci in mezzo il loro effetto può essere devastante.

Sul parabrezza hanno l'effetto di una carta vetrata, e in pochi secondi la visibilità esterna si riduce a zero... ed  è inutile azionare il tergicristallo, perché l'unico risultato sarebbe quello di impastare il tutto peggiorando, se possibile, la situazione.

Analogo effetto abrasivo si ha sulle palette dei reattori, provocando un brusco decadimento delle prestazioni dei motori che possono arrivare anche a spegnersi del tutto se la concentrazione di materiale solido è tanto elevata da "ingolfare" il motore.

Nuvole "speciali", dunque, e fortunatamente rare. Ma tanto pericolose che le eruzioni sono segnalate nelle nostre cartine meteo, e un sofisticato sistema di rilevazioni tiene costantemente d'occhio le evoluzioni delle poco simpatiche nuvole "ferree".

Per evitarle, si fanno deviazioni di centinaia di chilometri, e se  un aeroporto si trova in una zona interessata da un fenomeno del genere, l'unica soluzione sicura è chiuderlo.

(17 dicembre 2009)

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