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Albergo, dolce albergo 2

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A Milano, un hotel solitamente frequentato da giapponesi mi ha fatto sorgere un atroce dilemma. Le docce sono così basse perché ci sono tanti clienti giapponesi, oppure ci sono tanti giapponesi perché le docce sono così basse?

Va bene che io sono di taglia media per un giapponese, ma qualche mio amico, pur non essendo un vatusso, riesce a malapena a sciacquarsi il petto.

In quasi tutto il Nord Europa, come molti sanno, non esiste il concetto di bidet, tanto caro agli italiani. Considerata l’etimologia, è strano non trovarlo in Francia. I francesi, piuttosto, hanno escogitato un sistema abbastanza intelligente; hanno separato la parte toilette dalla parte maquillage. Cioè, come è giusto che sia, da una parte la fai, e dall’altra ti agghindi.

Dovrebbero avere, però, l’accortezza di specificare, già alla reception, che ci sono due porte del bagno, oltre che ricordare (sempre al famoso architetto), di non nascondere la porta del bagno che più ci interessa. Un albergo di una catena francese in Africa, sono incappato in questo spiacevole quanto involontario tranello. Entrando in bagno dopo circa otto ore di volo, non vedevo l’ora di...  e ho constatato di persona, con notevole sconforto, accompagnato da sudorazione fredda: “dove è la tazzaa?!?!”

Per alcuni istanti ho temuto il peggio per la vasca da bagno. Poi con un colpo di reni, peraltro ben intasati, ho trovato la porticina in cui c’era quello che cercavo e... solo quello.

Ma non ci sono soltanto le docce e le tazze. Infatti in seguito alla lettura di un libro di divulgazione scientifica ho scoperto qualcosa a proposito di acari.

Ad esempio, quanti acari ci sono nel vostro cuscino? Non lo sapete? C’è qualcuno che ha pensato anche a questo: si chiama Mr. John Maunder, del British Medical Entomology Center.  Ha calcolato che in un materasso ve ne siano circa due milioni e che un sesto del peso di un  cuscino, usato da una sola persona, sia rappresentato da squame di pelle morta, acari vivi, acari morti ed escrementi di acari.

Non vi spaventate. Almeno, nel vostro cuscino, sono i vostri acari. E invece quanti acari ha il cuscino di un letto d’albergo? Sinceramente, nessuno lo sa. Di certo, mi respiro spesso gli acari di un altro.

Se fossi un igienista, questo sarebbe già una condizione sufficiente a cambiare mestiere. Ma avendo vissuto in campagna, con animali di tutti i tipi, amando qualche volta andare in tenda, la cosa non mi destabilizza più di tanto. Casomai sono gli acari che devono temere me. Come il cane della Finanza al mio ritorno dal Brasile con il mio amico Marco. Erano tre giorni che non ci lavavamo e quando si è avvicinato, il migliore amico dell’uomo si è accorto che le sue frequentazioni non sono granché.

Ma come si può pensare di togliere questi acari in un albergo, diciamo, come quello di Bruxelles, dove c’è il lavabo che è un inno al masochismo? Il rubinetto è stato tarato male e sporge talmente poco che se uno prova a sciacquarsi la bocca rischia lo squarcio della guancia destra, o se preferite, della sinistra, a seconda di quale taglio si preferisce nella fotografia.

(20 dicembre 2009)

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