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Low cost - Ultimo atto - Conclusioni

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Low cost - Ultimo atto
Conclusioni
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Le compagnie low cost di maggior successo oggi dimostrano che il mercato del trasporto aereo, con l’applicazione dei metodi che abbiamo indagato, ha avuto un’espansione mai prima sperimentata e ciò perché si è reso possibile, con l’abbattimento delle tariffe, l’accesso al mezzo aereo a strati immensi di popolazione. Oggi Southwest e Ryanair sono tra le compagnie più grandi del mondo ed hanno profitti rilevanti e costanti. Naturalmente dato il difficile equilibrio, ai limiti del possibile, sono in ogni caso esposte a cambiamenti radicali della loro strategia industriale.

Southwest si avvia a divenire la compagnia aerea più grande del mondo con obiettivo i cento milioni di passeggeri annui trasportati e più di 500 aerei e ben 33 anni consecutivi di profitti, non da meno Ryanair che con i suoi 60 milioni di passeggeri si avvia a divenire la più grande compagnia aerea europea con più di dieci anni di profitti alle spalle.

Il modello Ryanair è però solo parzialmente risultato delle tecniche applicate dalle altre low-cost storiche. La cura dell’efficienza di prodotto arriva a livelli quasi maniacali, per esempio si tolgono le tasche dai sedili per risparmiare tempo nelle pulizie di bordo, si tengono liberi i sedili anteriori non occupati per migliorare l’assetto in volo dell’aereo e ridurre (anche se di poco) il consumo di carburante, si fanno arrivare a bordo i passeggeri preferibilmente a piedi (si risparmia il costo del bus interpista), si spostano i costi non solo fuori dal biglietto (telefonate di prenotazione a pagamento, carta di credito, ecc) ma anche fuori dall’azienda, principalmente a carico degli enti locali che desiderano avere collegamenti aerei e quindi in ogni modo aiutano la compagnia nel sostenere i costi di assistenza aeroportuale.

Questa strategia che in pratica viene “pagata” dal passeggero con costi non direttamente correlabili col passaggio aereo pone però il controllo dei costi fuori dall’azienda e la espone quindi al rischio di dover aumentare le tariffe in maniera non pianificata con tutti i rischi del caso. Una condanna europea dei metodi di sostegno degli enti locali, per esempio, potrebbe costringere Michael O’Leary e gli altri a lasciare quegli scali così convenienti, o a sostenere nuovi oneri che stringerebbero i suoi margini operativi dall’ attuale quasi 30% a circa il 20%.

Ma milioni di passeggeri continuano a far crescere queste compagnie, solo in parte strappati ai vettori “full service” perché il low cost, per generale ammissione, crea molto nuovo traffico, anche a danno del treno.

(2 gennaio 2010)



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