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Il Comitato di Lotta degli aa/vv

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Il 20 febbraio 1979,hostess e steward di Alitalia diedero vita al Comitato di Lotta dichiarando uno sciopero e presentando all'Intersind (l’organizzazione di rappresentanza datoriale delle aziende a partecipazione statale oggi confluita in Confindustria) un proprio contratto di lavoro del quale pretendevano il riconoscimento.

Nessuna struttura politica o di governo, nessun sindacato, nessun organo d’informazione, non la radio dell'autonomia che lo stesso giorno aveva denigrato l'agitazione definendola anacronistica, nessuno, all'infuori degli assistenti di volo, ne prevedeva l’evoluzione.

L’adesione della categoria fu del 95%. Il trasporto aereo italiano rimase bloccato per quaranta giorni. Fu uno sciopero durissimo che mise in crisi la nazione. Lo scioperò finì il 1° aprile 1979.

L’azienda rimase come congelata, l’impasse fu superata solo nel tempo con un lungo processo di “normalizzazione”. L’analisi a posteriori permette di valutare la conseguenza sopportata dagli AA/VV come punitiva, sebbene i maggiori sindacati sfruttarono politicamente quell’episodio tramutandolo in un’occasione per partecipare alla spartizione del potere interno all’azienda su nuovi equilibri.

Quando esplose il Comitato di Lotta, c’era all'Alitalia un clima di pesante repressione. I provvedimenti disciplinari in corso erano 300 compreso un licenziamento. Il contratto degli AA/VV era scaduto dal 1972 e i sindacati gestivano la categoria con verbali d'accordo.

Al momento della dichiarazione di sciopero, molti AA/VV erano fuori sede (in volo). Di questi, la maggior parte rientrò al regolare termine dell'avvicendamento, altri rientrarono assieme agli aerei man mano che la Compagnia capiva che i tempi della trattativa si allungavano, ma alcuni AA/VV poterono rientrare solo dopo lo sciopero.

La lunga vertenza degli Assistenti di Volo fu all'epoca soprannominata, senza troppa fantasia, hostess selvaggia. Durante i 40 giorni della protesta, si ebbe la completa paralisi del trasporto aereo italiano.

Tramite le vicende legate al Comitato di lotta, divenne famosa la Stanza 1 di Fiumicino (l’ufficio dove ci si presentava in servizio e si firmava il foglio di presenza, posto in un fabbricato proprio sotto la torre di controllo), luogo simbolico di tutta la vicenda fino alla fine e, naturalmente l’Assemblea, quasi permanente, piena di slanci, ma non di sicurezze, vissuta trionfalisticamente ed un po’ narcisisticamente dagli attivisti del momento.

Dopo la firma del contratto da parte della FULAT (era la federazione unitaria dei lavoratori dell’aero trasporto, si dividerà presto nelle tre rappresentanze classiche Cgil-Cisl e Uil), comincia a fallire ogni iniziativa alternativa tra la stanchezza e la disgregazione dell’assemblea. Il giudizio sull’accordo tra sindacati e governo fu netto: “non ha toccato nessuno dei punti rivendicati dal Comitato di lotta”. Il comitato poi sceglierà la linea estremista del detesseramento e del rifiuto della rielezione delle rappresentanze sindacali, iniziativa che avrebbe invece dato la possibilità di partecipare al tavolo delle trattative.

Alla sconfitta inevitabile del movimento, non furono estranei i demagoghi e i neofiti della politica, coloro che dispersero tra l’altro il patrimonio femminile dentro il CdL (le hostess avevano una consapevolezza di quello che stavano vivendo, di gran lunga maggiore di quella che avevano gli uomini).

E’ una denuncia forte, che proviene dagli stessi protagonisti dello sciopero, indirizzata contro chi faceva politica in modo ideologico e astratto (la lotta per la lotta, la conflittualità permanente).

Tutto questo ci rimanda alla chiave di lettura, al clima di quegli anni, ai modi di fare politica degli anni ’70, tra spontaneismo e crisi della rappresentanza sindacale. Non dimentichiamo che sempre nel ’79 esce il film di Fellini Prova d’orchestra, un lavoro molto criticato, ma forse una metafora della deriva verso la quale il paese si stava dirigendo.

Nel microcosmo dell’Alitalia, dopo la sconfitta si torna a volare con il vecchio contratto (il nuovo entrerà in vigore a giugno), ma arrivano i licenziamenti, le perquisizioni dei carabinieri nella abitazioni dei protagonisti del Comitato di Lotta e le prime cooptazioni in azienda di alcuni dei protagonisti della rivolta.

 

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(19 marzo 2010)

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