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Come si valuta un pilota

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Come si valuta un pilota? Esistono dei metodi per capire se una persona è in grado di svolgere al meglio il suo ruolo a bordo? Chi è il valutatore e su cosa basa il suo giudizio, visto che un pilota passa la sua vita a sostenere esami?

Queste domande sono vitali per la trasmissione della professione alle generazioni future, per graduare l’intervento addestrativo, per lasciare una traccia del percorso formativo di ognuno di noi, per mantenere inalterati i livelli di sicurezza che dipendono dall’addestramento.

In campo universitario esiste una disciplina, dotata di cattedra autonoma, che si chiama docimologia e tratta proprio dei criteri di valutazione per esprimere un voto sintetico che delinei la prestazione del candidato agli esami.

A scuola siamo abituati a voti dallo zero (personalmente, posso vantare anche uno “zero spaccato”, che è una sottomarca dello zero, per indicare che proprio hai fatto incazzare il maestro delle elementari) al dieci e lode.

All’università si va dal diciotto (sarebbe un sei) al trenta e lode. Un mio amico giura di aver preso un ventisei e lode, ma nessuno ha mai visto il suo libretto universitario.

I piloti invece sono valutati con un sintetico si/no, che si esprime con satisfactory/unsatisfactory, cioè con una logica binaria. Sembra strano, ma non vi sono i voti come a scuola che rendono graduabile il giudizio in funzione della prestazione.

In realtà, la cosa è molto più articolata ed occorre fare un po’ di ordine, ricordando chi può emettere giudizi nei confronti di un pilota e in quali circostanze. Nella sua carriera, un pilota passa attraverso una fase di formazione teorica, un periodo di preparazione pratica per acquisire l’airmaship e sostenere gli esami definitivi per poter esercitare come professionista.

Quando si sostiene un corso di addestramento come una transizione macchina, cioè per conseguire le abilitazioni a pilotarla, il pilota si sottopone a diversi tipi di giudizio: il giudizio formativo, il giudizio sommativo e il giudizio formale. Di cosa si tratta?

Innanzitutto, quale è l’oggetto di valutazione? È la prestazione osservabile e non la persona. Si giudica soltanto quello che si vede e non le intenzioni. Il giudizio, poi, concerne delle situazioni tipo codificate e graduate secondo un tipo di risposta che determina l’efficacia o meno al compito richiesto e l’aderenza agli obbiettivi imposti dal programma di addestramento.

Prossimamente ci occuperemo anche gli step formativi e valutativi che interessano la progressione del pilota verso i propri obbiettivi.

(28 aprile 2010)

 

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