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Non sono una sedia...

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Non sono una sedia...
Un paio di considerazioni
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L’acronimo PRM sta per “Passenger with Reduced Mobility” ovvero un passeggero la cui mobilità è ridotta per un qualsiasi motivo: una malattia, un incidente, una gravidanza avanzata e/o problematica, o a volte, molto più semplicemente, gli acciacchi dell'età.

I PRM vengono imbarcati seguendo regole ed accorgimenti che, pur variando di compagnia in compagnia, dovrebbero comunque avere lo scopo di garantirne la dignità e, soprattutto, la sicurezza. Vediamo dunque quali sono i criteri che regolano l’imbarco di un PRM su un velivolo: sono quelli in vigore in una compagnia specifica, ma con poche varianti sono applicati universalmente.

Il PRM viene accompagnato a bordo da personale dedicato allo scopo: di norma egli dovrebbe essere pre-imbarcato rispetto ai normali passeggeri in modo da avere la possibilità di essere sistemato con calma al suo posto ed avere una versione “personalizzata” del briefing di sicurezza da parte degli assistenti di volo. Il pre-imbarco (in teoria obbligatorio) servirebbe anche a salvaguardare la dignità di chi, per ovvi motivi, non gradisce esibire i propri problemi fisici. In realtà, a volte per ritardi nella presentazione al check-in, a volte per ritardi da parte del personale incaricato, il pre-imbarco è diventato un evento abbastanza raro; è quasi normale, ormai, assistere all’imbarco di un PRM contestualmente a quello dei normali passeggeri, se non addirittura dopo.

Il PRM viene classificato secondo tre categorie: R (Romeo), S (Sierra) e C (Charlie); le lettere indicano rispettivamente il livello di assistenza di cui il PRM necessita.
R indica “Ramp” (piazzale): il PRM può salire le scale del velivolo e raggiungere il proprio posto autonomamente: egli necessità di assistenza solo per essere accompagnato sottobordo.
S sta per “Stairs” (scale): il passeggero non riesce a salire le scale. In questo caso è necessario uno speciale mezzo sollevatore che lo porti a livello delle porte del velivolo.
 C infine indica “Corridor” (corridoio): il PRM non ha mobilità autonoma e deve essere portato fino al proprio posto; in questo caso, dopo averlo portato a livello delle porte con il mezzo speciale, si usa una sedia a rotelle speciale, detto “scoiattolo”, le cui ridotte misure consentono di portare il passeggero fino al proprio sedile.

Anche l’assegnazione dei posti deve seguire dei particolari criteri legati esclusivamente alla sicurezza del PRM stesso e di tutti i passeggeri.

Ai PRM deve essere assegnato un posto corridoio: perché ciò facilita l’assistenza al PRM da parte degli assistenti di volo o da parte di altri passeggeri durante una evacuazione di emergenza; inoltre, mentre una persona dotata di mobilità normale, nel caso il passeggero seduto su un posto corridoio non possa muoversi per una ragione qualsiasi, avrebbe sempre la possibilità di abbattere il sedile davanti a sé e scavalcarlo per poi accedere al corridoio dalla fila precedente la propria; questa manovra sarebbe certamente impossibile ad un PRM che fosse seduto su un posto centrale o finestrino.

Tuttavia, i posti corridoio a ridosso delle uscite normali e di sicurezza devono essere preclusi ai PRM, per evitare che, durante una evacuazione dell’aeromobile, essi ostacolino il passaggio degli altri passeggeri verso le uscite medesime, rischiando di venire travolti e calpestati.

Se il PRM non ha un suo accompagnatore, gli sarà assegnato un assistente di volo che lo aiuterà in caso di necessità.

Tutti questi criteri sono legati esclusivamente sicurezza dei PRM e di tutti i passeggeri.



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