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Illusioni ottiche

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Dalle prime testimonianze, pare che nell’incidente del 12 maggio a Tripoli vi sia stata una perdita di controllo dell’aereo a bassa quota. L’area in cui sono disseminati i resti dell’aereo, molto ristretta, fa pensare che il velivolo avesse un assetto notevolmente picchiato, dal quale il pilota non è riuscito a uscire.

Delle ipotesi che si possono azzardare per un assetto così a picchiare ne vengono in mente tre: lo stallo, il distacco del piano di coda, un volontario assetto a picchiare (duck under).

L’A-330, come molti tipi di Airbus, ha moltissime protezioni contro lo stallo, per cui pare estremamente remota l’idea che possa essersi trattato di stallo a bassa quota.

Delle altre due ipotesi, quella del distacco del piano di coda, che rende ingovernabile la traiettoria, si potrà accertare solo con la lettura delle scatole nere e questo è lavoro per la commissione di inchiesta.

Occorre piuttosto fare alcune riflessioni legate alla terza ipotesi perché riguardano alcune dinamiche note riguardanti il fattore umano e che riemergono regolarmente a distanza di tempo.

It may happen to you” è una targa in bella vista nei dipartimenti sicurezza volo che funzionano. È una specie di memento mori applicato alla vita professionale. Gli incidenti devono servire ad attivare delle contromisure affinché non capitino più, o perlomeno  non secondo le stesse dinamiche.

Dal punto di vista human factor sono stati analizzati dei comportamenti naturali che portano a commettere degli errori relativi al disorientamento spaziale.

Tra questi fenomeni ve ne sono due, chiamati white out e duck under, che possono aver giocato un ruolo nella dinamica dell’incidente.

Il white out è un’illusione ottica che deriva dal passaggio dal chiarore delle nubi a quello della neve, che provoca una perdita di profondità nella percezione della pista innevata. Infatti, soprattutto per avvicinamenti condotti d’inverno, con nuvole basse, nebbia e neve sul manto della pista, il pilota arriva ad una quota dove non riesce più a discriminare il bianco della nebbia da quello della pista, perdendo il senso di profondità ed a volte anche perdendo la consapevolezza dell’assetto.

Il duck under è una tendenza del pilota ad assumere un assetto particolarmente picchiato poiché, a causa di una copertura di nubi basse o di nebbia, riesce a vedere solo poche luci di avvicinamento davanti a sé. Per vederne di più ed ottenere una visione più completa, tenderà a mettere giù il muso e questo è un fenomeno estremamente insidioso, soprattutto a bassa quota.

Il rimedio a questi fenomeni è quello di effettuare un controllo incrociato con gli strumenti di bordo, con il copilota che riveste un ruolo importante e delicatissimo con funzione di controllo e di monitoraggio della traiettoria, esplicitando le deviazioni in eccesso rispetto ai limiti stabiliti.

Nel caso dell’aereo di Tripoli, solo a scopo congetturale, si può ipotizzare che con avvicinamento non di precisione (mancante dell’informazione strumentale di pendenza verticale) effettuato all’alba, con il chiarore dell’aurora di fronte, immersi nella foschia, i piloti abbiano percepito un colore dominante: l’ambra. Purtroppo, anche il terreno sottostante è ambra perché ci troviamo su terreno desertico. Quindi, più che un white out potrebbe essersi trattato di yellow out, con le conseguenze in termini di accentuazione dell’assetto di picchiata a bassa quota.

Probabilmente, anche la stanchezza potrebbe aver inciso, dovuta ad una notte passata in volo dal Sudafrica, proprio nel momento in cui i cicli circadiani segnano il punto più basso della reattività.

La commissione di inchiesta avrà più elementi di riflessione per ragionare sulle cause, ma, purtroppo, le illusioni ottiche non possono essere riprodotte dalla scatola nera.

(18 maggio 2010)

 

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