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Emergency number

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112 (Carabinieri), 113 (Polizia di Stato), 114 (Telefono Azzurro), 115 (Vigili del Fuoco), 117 (Guardia di Finanza), 118 (Emergenza Medica), 1515 (Antincendio Boschivo), 1522 (Antiviolenza Donne), 1530 (Emergenza in Mare)... ma quanti sono i numeri dell'emergenza in Italia?

Chiunque abbia visto anche solo un paio di telefilm americani sa che negli USA il numero dell'emergenza è uno solo, il 911. Chiunque abbia fatto un viaggio in Giappone sa che da quelle parti la stessa funzione è svolta dal 119. E chiunque abbia a qualsiasi titolo pilotato un aereo, dal semplice dilettante della domenica al pilota di Jumbo con migliaia di ore di volo alle spalle, sa che anche per aria c'è un numero di emergenza che vale per tutti: quello che noi chiamiamo familiarmente "la centoventunoecinque".

Quei 121.5 sono megahertz, e identificano una frequenza radio che è specialmente dedicata alle emergenze: una frequenza che deve obbligatoriamente essere sempre sintonizzata su almeno uno dei tre apparati ricetrasmittenti di bordo.

Il primo è dedicato alle comunicazioni con gli enti di controllo del traffico aereo, e le sue frequenze vengono cambiate mano a mano che il volo progredisce, seguendo le istruzioni dei controllori, in modo di essere sempre in contatto con l'appropriata autorità.

La seconda radio è di solito usata per ricevere bollettini meteo, o per chiamare su apposite frequenze (le cosiddette "Charlie") la propria compagnia per messaggi riguardanti la regolarità dei voli o la manutenzione. Quando non serve per queste cose, viene sintonizzata sui 123.45 megahertz di quella che è detta ironicamente "frequenza internazionale dei saluti e baci", o, più seriamente, "interpilot", che serve a scambiarsi in tempo reale, tra piloti, informazioni di vario genere. A volte sono semplici chiacchiere, ma molto spesso, e soprattutto in zone dove la copertura radio è scarsa, viene usata per chiedere e fornire indicazioni sulle aree di turbolenza e maltempo.

La terza invece sta sempre sulla nostra "centoventunoecinque", pronta a trasmettere una richiesta di aiuto con la certezza di essere ascoltati da una stazione di terra (anche loro stanno sempre su questa frequenza), o di essere ricevuti da qualche altro aereo che provvederà a rilanciare il nostro messaggio. E pronta anche a raccogliere e a ritrasmettere, a sua volta, l'emergenza di un collega che si dovesse trovare nei guai.

Insomma, la 121.5 è per noi l'equivalente del 911 americano, del 119 giapponese e del 112 di tutta Europa... perché in tutto il mondo civile (aeronautico o no) si è cercato di uniformare l'accesso alle comunicazioni di emergenza. Solo in Italia il numero unico non esiste ancora, e questo mancato adeguamento ci costa, dal 15 gennaio 2009, il pagamento di una multa, comminata dall'Unione Europea, di 39680 (avete letto bene: trentanovemilaseicentoottanta) euro al giorno (avete letto bene: al giorno).

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(9 settembre 2010)

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