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Posso volare, se...?

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Spesso le passeggere che hanno dubbi se volare o meno in stato interessante chiedono agli equipaggi consigli di vario genere, non disdegnando nemmeno i comandanti, anche se maschi. E posso dire che anche il più severo dei comandanti si addolcirà di fronte ad una signora in tenera attesa.

Come sempre i consigli riguardano due generi di fattori: le regole ed il buon senso, per intenderci quello del buon padre di famiglia. In ogni caso, se ci sono delle regole da far rispettare, il comandante interverrà senza timidezze.

La questione è in gran parte lasciata alla sensibilità delle passeggere, in quanto per il personale di terra o di volo è difficile poter determinare il numero di settimane di gravidanza “ad occhio”, a meno che non si tratti di una gestazione plurigemellare con pancione molto voluminoso. In questo caso è possibile sentirsi chiedere gentilmente se si è in stato interessante e nel caso affermativo a quante settimane si è.

Perché dobbiamo sapere “quanto” è incinta una donna? Ci sono innanzitutto delle regole da rispettare: in Italia, dove la legislazione è molto protettiva nei confronti del nascituro, è vietato il volo, salvo autorizzazione medica, nelle ultime quattro settimane. E poi ci sono le norme di sicurezza, che prevedono particolari procedure in caso di emergenza: una donna in gravidanza deve essere gestita dall'equipaggio sia in modo da evitare intralci, sia in modo da assisterla in maniera appropriata in ogni inconveniente immaginabile.. basti pensare all'uso di uno scivolo d'emergenza.

Le norme variano leggermente da stato e stato e da compagnia a compagnia, in ogni caso dalla 28^-30^ settimana in poi è meglio chiedere il parere del proprio medico e munirsi di apposito certificato che autorizza il volo.

In ogni caso, almeno per i periodi critici, è meglio presentarsi al check-in, all'accettazione biglietti prima dell'imbarco, con il modulo MEDIF già compilato dal medico curante, e portarlo con sé per tutto il viaggio. Con tale certificato nessuno vi rifuterà l'imbarco a meno che non siate in evidente stato di sofferenza per qualsiasi motivo. Il MEDIF è un modulo internazionalmente riconosciuto con le voci da compilare in lingua madre ed in inglese che si scarica dai siti internet di tutte le compagnie o si può richiedere all'assistenza clienti. La sigla significa “MEDical Information Form” ovvero modulo di informazioni mediche, e non deve essere compilato da più di sette giorni.

Esiste la possibilità di avvalersi di una documentazione a più lunga durata detta FREMEC (valida 5 anni), ovvero “FREquent traveller MEdical Card”, che viene compilata da quei passeggeri che richiedono assistenza per patologie particolari e deve in ogni caso essere sempre accompagnata dal MEDIF.

Ricapitolando: il nulla osta medico è obbligatorio se si è nelle ultime 4 settimane di gestazione, se si hanno complicanze nel decorso gestazionale, e se è previsto un parto gemellare (cosa che io auspico sempre, essendo gemello!). E' anche consigliato, dopo la 28^ settimana, di viaggiare accompagnate, nel qual caso si può richiedere l'assegnazione di posti vicini. Non si consiglia in ogni caso di intraprendere un viaggio in aereo nei 7 giorni precedenti e nei 7 giorni successivi al parto.

Perché tante premure? Perché una gestante non è certo nelle condizioni migliori per sottoporsi a un ambiente, quello di bordo, che non è esattamente una casa di salute Ci sono stress fisici a psichici inevitabili, l'aria a bordo è molto secca (10% di umidità), si è esposti a radiazioni cosmiche e a microonde a livelli non nocivi ma più marcate del fondo naturale medio, ci sono accelerazioni e vibrazioni sensibilmente maggiori che in situazioni normali, e sbalzi repentini di pressione e temperatura dell'aria. Tutte ragioni che consigliano, in ogni caso, di limitarsi a  voli non più lunghi di tre-quattro ore.

Nessun comandante ci tiene particolarmente a vedersi affibbiato il soprannome di “Ostetrica” come è successo ad un mio caro amico che ha dovuto trasformarsi, come prevedono le norme, in ufficiale di stato civile e registrare una nuova nascita sul suo volo, dopo aver anche assistito la passeggera insieme al resto dell'equipaggio. Ovviamente, come dicono nei loro annunci, gli equipaggi sono perfettamente addestrati a fronteggiare qualsiasi evenienza, anche se è ovvio che in caso di complicazioni è meglio non trovarsi in mezzo all'oceano.

Inoltre, bisogna ricordare che a bordo non ci sono medici a meno di casi fortunati di passeggeri disponibili e certificati. E' una questione di costi, provate ad immaginare quanto costerebbe avere un medico su tutti i voli e a quanti medici servirebbero, naturalmente non è impossibile ma i viaggiatori dovrebbero accettare un aumento dei costi invece che tariffe sempre più basse.

A volte le gestanti richiedono i posti in corrispondenza delle uscite di emergenza perché più spaziosi. La risposta sarà sempre negativa anche se con diverse modalità per non arrecare offesa, ma la brutale realtà è che una donna incinta in corrispondenza delle uscite di emergenza potrebbe intralciare le operazioni di evacuazione d'emergenza ed è quindi proibito che sieda in quei posti, esattamente come i passeggeri ingessati o con problemi di mobilità di vario genere.

Comunque sia, tanti bimbi impazienti e amanti dell'aviazione sono nati (e continueranno a farlo) a bordo degli aerei, e se dovete o volete correre questo rischio nessuno, a meno di patologie particolari, ve lo potrà impedire perché in definitiva la donna in gravidanza può osservare in volo le stesse regole generali valide per tutto il resto della popolazione.

...e ora, doppio buon viaggio!

(21 settembre 2010)

 

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