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La curva degli incidenti

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Nel corso del tempo la curva degli incidenti, pur mostrando una tendenza di lungo termine verso la diminuzione, non ha mai conosciuto andamenti uniformi verso il basso o verso l’alto, ma ha sempre avuto un tracciato di tipo sinusoidale.

Se si mettono sull’asse delle ordinate il numero degli incidenti e su quello delle ascisse la freccia del tempo, vediamo che, partendo dalla fine della seconda guerra mondiale, gli incidenti sono aumentati fino agli anni ’50, dopodiché sono scesi nel periodo successivo. La causa probabile è l’introduzione dell’autopilota che ha aumentato di molto la sicurezza del trasporto aereo.

Però, qualche tempo dopo, la curva ha ripreso a salire. Questo fino all’introduzione di altri sistemi che hanno contribuito ad abbassare di nuovo il numero totale degli incidenti. Ma anche qui il successo non è stato duraturo, dando vita di nuovo ad un’impennata degli eventi negativi.

Tutto ciò ha a che fare con un fenomeno che nella storia della medicina viene esemplificato con il famoso caso famoso della "mixomatosi australiana", insegnato a chi si occupa di epidemiologia per dimostrare che gli interventi dell’uomo per via ingegneristica sulla natura possono avere soltanto degli effetti transitori.

Quando in Australia gli inglesi importarono le volpi per mantenere la tradizione della caccia alla volpe, ci fu bisogno anche di importare dei conigli che rientrano naturalmente nella catena alimentare delle volpi. Il problema è che volpi e conigli si riproducono con tassi sensibilmente differenti: le une quasi in progressione aritmetica, le altre in progressione geometrica. È ovvio che dopo un po' i conigli cominciarono a rappresentare, con circa un milione di unità, un problema ecologico notevolissimo già solo per il fatto di depauperare la boscaglia. Ci si chiese come risolvere questo problema. Un milione di pallottole, per eliminare tutti i conigli, non era una soluzione ragionevole. Si decise di importare un virus dal Sud America, la mixomatosi, che colpiva in modo violento i conigli, e di inocularlo ad alcuni esemplari in Australia che avrebbero avuto la funzione di vettori infettivi. Durante il primo anno, effettivamente, furono sterminati circa il 70% degli esemplari. Il secondo anno la percentuale scese al 40%, il terzo anno circa il 20%.

Il motivo può essere rintracciato nell'adattamento reciproco tra virus ed ospite. In effetti, i conigli più forti resistevano ai ceppi virulenti e trasmettevano questa caratteristica alla discendenza, ma anche dalla parte dei virus, soltanto quelli più blandi sopravvivevano. Infatti, se il virus è troppo forte ucciderà l’ospite, ma si toglierà anche il modo di prosperare, poiché muore con lui. L’altra accoppiata, virus blando-ospite forte, è quella che permette di convivere a tutti e due con discreti tassi di riproduzione.

La stessa dinamica si può osservare con gli antibiotici che, generando ceppi sempre più resistenti di virus e batteri, costringono gli scienziati a una continua ricerca per renderli di nuovo innocui. Una fatica di Sisifo, per cui ad ogni successo terapeutico c’è una risposta dell’ambiente uguale e contraria.

Portando questo esempio nel campo aeronautico vediamo che ad ogni innovazione per ridurre il numero degli incidenti, si è sviluppata una resistenza che si alimenta da radici sempre diverse.

(26 settembre 2010)

 

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