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Anglosassate

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Non ho mai capito perché gli inglesi ce l'hanno tanto con gli italiani: non siamo più stati lì dai tempi degli antichi Romani. E anche la definizione “perfida Albione” era tutto sommato un’affettuosa etichettatura rispetto a quelle che ci hanno riservato, vere e proprie sassate alla nostra autostima.

Infatti, ogni tanto mi imbatto in citazioni ed aforismi, di derivazione anglosassone, che mi colpiscono per la loro durezza. Ad esempio, il detto di quell’inglese che definì l’Italia, insieme al Sud Africa, l’unico Paese africano abitato da bianchi. Ouch.

Oppure le stilettate che riceve la nostra attitudine verso la guerra, che fortunatamente è blanda. Un esempio? “Gli italiani costruiscono i carri armati con sei marce: cinque retromarce ed una marcia in avanti, nel caso in cui il nemico attacchi alle spalle”.

Oppure, l’altra, purtroppo storicamente vera: “Gli italiani non finiscono mai una guerra dalla stessa parte in cui l’hanno cominciata”.

In parte, gli inglesi ci detestano come fa il primo della classe con il ragazzino che a scuola ottiene il massimo risultato con il minimo sforzo, casomai copiando. Evidentemente, a loro non va giù che l’Italia sia un paese che ottiene più di ciò che si merita. Un esempio è il gioco del calcio. Per loro il calcio è sport, cioè uscire dal campo con la maglietta sudata, avendo dato il meglio di sé, indipendentemente dal risultato, e soprattutto giocando correttamente. Per gli italiani il calcio è game, gioco, in cui l’importante è vincere...anche se giochi male... anche se ti butti in terra per chiedere il rigore.

Dopo la figuraccia fatta ai mondiali del Sudafrica, forse dobbiamo cominciare a pensare che, almeno in questo, abbiano ragione loro. D’altra parte, però, hanno ingaggiato un allenatore italiano.

Può darsi che il primo della classe senza talento, alla fine si renda conto che non potrebbe ottenere gli stessi risultati del ragazzo pigro (che potrebbe fare, ma non si impegna) senza una dose di game mediterraneo.

Insomma, ognuno di noi ha degli stereotipi in testa e l’atteggiamento dell’inglese sprezzante, altezzoso, snob, che si ritiene superiore per nascita, educazione e indole a tre quarti dell’umanità è uno di questi, come quelli che abbiamo citato a proposito degli italiani.

Eppure, anche gli inglesi hanno una loro parte feconda, viva, che non a caso ha contribuito allo sviluppo della colonia australiana. L’Australia, che oggi è probabilmente il Paese più evoluto del mondo, è una terra il cui popolamento iniziò con galeotti inglesi e prostitute mandati dall’altra parte del mondo per toglierseli di torno; e che invece hanno dato vita ad un modello invidiabile.

Sarà forse che poi sono arrivati anche gli italiani, che hanno legato bene con quel tipo di inglesi? Ai neozelandesi l’ardua risposta.

(29 settembre 2010)

 

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