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Dimmi cosa mangi...

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La qualità della vita non può essere valutata in modo quantitativo, altrimenti si chiamerebbe quantità della vita. Vi sono tuttavia dei parametri di base che sono indicativi della soddisfazione del dipendente, come mangiare e riposare. Prendiamo il mangiare...

Il navigante in servizio accetta di mangiare cose che nessun lavoratore accetterebbe e acconsente a consumare i pasti in luoghi e modi che solo nel terzo mondo troverebbero idonei: seduto davanti ai comandi dell'aereo o stravaccato su un sedile passeggeri mentre gli addetti alle pulizie fanno il loro lavoro tra un volo e l'altro.

Questo comporta un colpo al prestigio della figura professionale, all’immagine sociale del pilota percepita dagli altri operatori aeroportuali. Non è un caso che durante i transiti spesso manchi quella forma elementare di rispetto per chi lavora, e che sta già accettando un’ubicazione marginale per fruire "normalmente" del pasto vedendosi passare l’aspirapolvere sotto i piedi, mentre mangia.

C’è anche chi, per recuperare il ritardo accumulato, impedisce all’equipaggio di mangiare durante il tempo di transito, dimenticando quali sono le funzioni del comandante. Il calo degli zuccheri, tra l’altro, provoca un decadimento della prestazione lavorativa, oltre che far aumentare in modo asintotico l’aggressività. Lavorando in un team, è poco auspicabile che si inneschino fenomeni di attrito derivanti dalla mancanza di una corretta alimentazione.

C’è un’interessante teoria della mente di Mc Lean che ha elaborato una concezione del “cervello triunico”. In sintesi, il cervello è formato da strati che si sono accumulati nel corso dell’evoluzione e che conserva anche gli strati filogenetici anteriori. Secondo questa teoria vi è in primo luogo lo strato superiore, ossia quello della corteccia, che è preposta al pensiero razionale, matematico, logico e del linguaggio ed è tipicamente umano.

In secondo luogo, lo strato immediatamente antecedente che è quello mammifero, che presiede all’affettività e alla coesione sociale; infine, quello atavico, più profondo, che è chiamato rettiliano, cioè quello dell’aggressività, che soggiace al soddisfacimento dei bisogni biologici primari: cibo, sesso, sonno.

Togliete cibo, sesso, sonno ad una persona e osservate come questa diventa velocemente un serpente. Provare per credere.

(5 dicembre 2010)

 

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