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Un anno di affannosa ripresa

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Con il 2010 alle spalle, è ormai tempo di bilanci. Ma mentre abbiamo visto come i principali costruttori, Boeing ed Airbus, siano riusciti nonostante tutto a tirare un sospiro di sollievo, altrettanto non può dirsi per quanto attiene alle finanze delle compagnie europee.

La ragione di ciò va ricercata nel fatto che, seppure vi sia uno stretto legame fra l’attività dei vettori e quella dei costruttori, l’anno da poco concluso si è segnalato come particolarmente “turbolento” per i carrier europei.

Oltre a una certa fatica dovuta a una ripresa economica che stenta a decollare, il 2010 è stato caratterizzato da una serie di fattori esterni avversi tanto da far scattare l’immediato paragone col tragico 2001, vero e proprio anno nero per l’aviazione mondiale.

Prima fra tutte, a rendere la vita difficile a milioni di passeggeri, è stata l’attività dell’ormai celebre vulcano islandese, capace di paralizzare il traffico aereo europeo, con pesanti ripercussioni anche su quello mondiale, nei mesi di aprile e maggio.

Secondo dati Eurocontrol, i voli cancellati a seguito dell’eruzione ammonterebbero a 100.000, ma l’attività vulcanica non è stata l’unica causa di inconvenienti, se si pensa che la stessa fonte riporta la soppressione di ulteriori 60.000 voli.

Notevoli disagi sono scaturiti infatti anche dalle consistenti nevicate degli ultimi due mesi dell’anno, capaci di paralizzare per diversi giorni i principali scali europei, e da vari scioperi dei controllori del traffico aereo in Grecia, Belgio, Francia e Spagna.

In un simile contesto, è piuttosto difficile tirare le somme e fare paragoni con gli anni precedenti per individuare trend di mercato attendibili anche se, come riporta l’AEA (Association of European Airlines), dai singoli dati mensili emergerebbe una tendenza alla crescita tra il 5 e il 6% rispetto all’anno precedente che, resta da precisare, si era però caratterizzato negativamente.

È comunque interessante notare come, rispetto al 2009, si sia registrato un incremento del 2,5% nel numero di passeggeri per chilometri trasportati, a testimonianza del fatto che forse un minimo di ripresa potrebbe essere all’orizzonte.

Come sottolineato tuttavia dal Segretario Generale dell’AEA, Ulrich Schulte-Strathaus, il processo di ripresa sarebbe piuttosto diversificato da regione a regione, lasciando auspicare per l’Europa, in particolare ritardo rispetto al resto del mondo, che il contesto politico e ambientale non vengano a costituire un ulteriore ostacolo e che, anzi, intervengano a livello infrastrutturale per far sì che mezzo continente non resti paralizzato dalla neve come negli ultimi due mesi dell’anno.

In altri termini, il 2011 si apre con una concreta possibilità di ripresa per le compagnie europee, anche se permangono forti dislivelli tra i bilanci dei vari vettori e si registra un certo ritardo nei confronti di altri mercati mondiali.

Sarà dunque interessante osservare da vicino l’espansione del mercato asiatico e l’evoluzione del mercato delle low cost, che potrebbero spingersi tra non molto oltre i sempre più limitati confini del Vecchio Continente, sbilanciando ulteriormente i precari equilibri di mercato europei.

(19 febbraio 2011)

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