Ali ghiacciate

Scritto da Franco Di Antonio

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Il fenomeno del ghiacciamento è molto noto in aviazione, ma semisconosciuto al grande pubblico ed è stato solo recentemente trattato dai mass media con alcuni documentari centrati su due eventi verificatisi in Inghilterra nel gennaio del 1940 e negli Stati Uniti nel dicembre del 1969.

Il ghiacciamento o congelamento di un aereo, in termine tecnico detto "contaminazione da ghiaccio", avviene quando sulla struttura di un aeromobile si forma un deposito di ghiaccio.

Questo può avvenire in diversi modi, il più insidioso è quello che si forma per congelamento di acqua sopraffusa, cioè quando si è in presenza di gocce di acqua che, benché la sua temperatura sia inferiore allo zero, mantiene lo stato liquido in virtù del movimento al quale è sottoposta (un po' come i ruscelli di montagna) dalle correnti ascensionali e discensionali presenti all'interno delle nuvole. Il contatto con la superficie dell'aeromobile interrompe questo movimento e causa la brusca solidificazione dell'acqua, formando il cosiddetto "ghiaccio vetrone", che è trasparente, compatto, chiaro e molto aderente alle superfici.

L'accumulo di ghiaccio vetrone aumenta enormemente il peso dell'aereo e, soprattutto, modifica la forma dei profili aerodinamici con una conseguente diminuzione della portanza ed incremento della resistenza all'aria. E' chiaro come queste tre evenienze, congiuntamente, rendono l'aereo non più un mezzo volabile ma qualcosa di più simile ad un sasso.

Ma perché questa goccia sopraffusa rappresenta un pericolo tanto letale? Si tratta di una goccia d'acqua di solito di dimensioni ragguardevoli (diametro maggiore di un millimetro), che rimane liquida anche a temperature inferiori ai zero gradi centigradi. Lo stato di questo tipo di goccia è molto instabile e può essere perturbato facilmente. Il vapore composto di gocce sopraffuse s’incontra prevalentemente in atmosfera a temperature comprese tra 0°C e -15°C. Se le gocce si scontrano con una superficie, magari anch’essa fredda, congelano immediatamente incollandosi alla stessa. Le altre gocce che seguono si spalmeranno, accumulandosi rapidamente, e creando uno strato di ghiaccio compatto e duro come l'acciaio.

Perché il fenomeno avvenga, occorre anche che la densità delle gocce non sia tale da formare grandine o neve, che hanno effetti molto meno pericolosi sulle superfici degli aerei. Quindi le nubi contemporaneamente fredde e non molto dense sono nemiche da evitare con cura, ed è per questo nelle mappe meteorologiche che si consegnano agli equipaggi, è sempre indicato con precisione a che livello s’incontra lo zero termico.

Anche i manuali di volo degli aerei consigliano accorgimenti per evitare il congelamento, come specifiche velocità o uso delle superfici mobili e altre procedure, fermo restando che il consiglio più ovvio è sempre quello di evitare se possibile le zone contaminate!

(22 giugno 2011)