La sicurezza non migliora

Scritto da Franco Di Antonio

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E’ tradizione che all’inizio dell’anno si producano previsioni e bilanci su molti aspetti delle attività umane, non fa eccezione il trasporto aereo. Con tutte le avvertenze su quanto possano essere fuorvianti le analisi sulle statistiche di qualsiasi genere, proviamo a fare un bilancio della sicurezza aerea nel 2010.

Naturalmente i dati possono essere letti in una miriade di modi, noi cercheremo di riferirci all’interpretazione più generica possibile in modo da consegnare un’analisi di una qualche utilità divulgativa. I dati di riferimento sono sempre i soliti, cioè quelli pubblicati dalla IATA e dall’ICAO, noi utilizzeremo anche i dati della FSF (Flight Safety Foundation), giacché ente indipendente.

Questa fondazione produce una costante osservazione del fenomeno degli incidenti aerei tramite l’iniziativa “Aviation Safety Network”, ormai arrivata al suo quindicesimo anno di lavoro: i suoi dati sono affidabili, sebbene non riguardino l’intero mondo dell’aviazione, e d’altra parte a noi interessa maggiormente il settore dell’aviazione di linea e a noleggio, cioè il mondo che influisce sul trasporto pubblico di passeggeri, o se preferite sui viaggi in aereo delle grandi masse.

Alla FSF aderiscono, ad ogni buon conto, sia le istituzioni pubbliche sia quelle private, ed in pratica l’intero mondo del trasporto aereo, ivi incluse le compagnie aeree, quelle aeroportuali, i costruttori e i fornitori di servizi aeronautici, i centri di ricerca, le università e le organizzazioni sindacali, fino ai singoli cittadini. Detto questo sulle fonti veniamo all’interpretazione dei numeri.

In via preliminare dobbiamo inserire le statistiche sugli incidenti all’interno dell’andamento del mercato globale del trasporto aereo. Lo spartiacque generalmente accettato è il settembre 2001, da quella crisi in poi il mercato del trasporto per via aerea si è costantemente sviluppato, ponendosi come uno dei pochi settori economici, in continua e costante crescita, nonostante tutte le crisi. Perfino i dati del 2010 riscontrano una crescita maggiore del 4% rispetto alla crisi finanziaria del 2008, e grosso modo si può stabilire una crescita media mondiale del 10% per l’anno appena chiuso.

Con l’esclusione dell’Europa, sempre in equilibrio precario, si può anche affermare che questa espansione coincide anche con una produzione di profitto soddisfacente: la crescita è attestata dall’aumento del numero complessivo degli aerei operativi, aumentati più del 35% negli ultimi dieci anni, dall’aumento delle ore di volo effettuate, incrementate anch’esse del 35% e dall’aumento delle partenze, salite, nel periodo di riferimento, del 30%.

Storicamente in coincidenza con la crescita del mercato del trasporto aereo si è avuta la tendenza alla contemporanea decrescita sia del numero degli incidenti sia del numero di morti, con conseguenti miglioramenti degli indici complessivi della sicurezza di questa modalità di trasporto. Negli ultimi dieci anni si sono avuti mediamente 30 incidenti gravi ogni anno con la perdita di 780 vite. Sempre nella media decennale l’indice di perdite umane è di 0,46 per ogni milione di voli, e di un aereo (1,02) sempre per milione di voli.

Dal 2004 in poi però la tendenza alla decrescita dei ratei si è fermata e dalle evidenze del 2010 appare una tendenza al trascinamento della crescita percentuale del rateo di incidenti in coincidenza con quella del traffico: se fosse confermata, questa tendenza sarebbe un dato da seguire con particolare attenzione.

Considerando le varie aree geografiche, la crescita del mercato ha interessato principalmente l’Asia che ha superato gli Stati Uniti per numero di viaggiatori (662 milioni in oriente per 655 in USA), con Air China che risulta la compagnia maggiore al mondo per capitalizzazione di mercato (20 miliardi di dollari), seguita da Singapore (14Mld), Cathay Pacific (12Mld), China Southern (11Mld). In America meridionale, LAN e TAM valgono 11 miliardi ciascuna (insieme costituiscono un vero colosso mondiale), e solo dopo di queste si posizionano Delta (11Mld) e Lufthansa (11Mld).

L’andamento degli incidenti nel 2010 aveva avuto un primo semestre positivo, con ratei inferiori alla media dei dieci anni, ma una serie pesante di eventi catastrofici ha poi invertito la tendenza, portando i ratei nel secondo semestre sempre sopra la media decennale con un preoccupante scostamento di più del 10% dalla curva di riferimento.

Questo è il dato preoccupante, e se dovesse essere confermato dagli indici del 2011, richiederebbe un intervento urgente delle istituzioni mondiali preposte. Altre ulteriori indicazioni provengono dalla divisione geografica delle statistiche: l’incremento degli incidenti coincide con le aree di maggior sviluppo. Inoltre si conferma l’endemica situazione della sicurezza in Africa coincisa nel 2010 con l’incremento del traffico conseguente ai mondiali di calcio nel Sud Africa, e la situazione ancora fuori da una normalizzazione nei paesi provenienti dal sistema ex-sovietico.

Ultima, dolente, nota, nel 2010 si è avuto anche, rispetto ai dati del 2009, un aumento del totale con oltre 850 morti e 34 perdite di aerei.

(14 gennaio 2011)