La borsa del pilota

Scritto da Pietro Pallini

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La vita operativa di un pilota è ritmata da eventi che si ripetono a intervalli regolari, generalmente di anno in anno. Dalla visita medica, al rinnovo della licenza di volo, dalle sessioni di controllo al simulatore alle tanto sospirate ferie estive, sempre più ridotte e difficili da ottenere.

E sempre all'incirca una volta all'anno arriva anche, tra tante cose di basilare importanza come quelle che ho appena elencato, il momento di rovesciare sul tappeto (di casa o di un albergo) la borsa di volo, la famosa "pilotina", ormai diventata tanto pesante da rappresentare un vero e proprio attentato alla colonna vertebrale di chi se la trascina appresso in giro per il mondo. E allora bisogna farsi animo, mettere le mani in quella confusione, e cercare di eliminare quello che non serve.

E salta fuori di tutto.

C'è il computer, che ha ormai da tempo sostituito la documentazione tecnica cartacea e bisogna sempre portarsi dietro, con tutto il suo corredo di cavi, alimentatore e adattatori, e quello è chiaro che non si può buttare via.

C'è il libretto dove si registra l'attività di volo, con la sua custodia che contiene anche licenza di volo e passaporto, e anche questa è roba che bisogna avere sempre dietro.

C'è l'astuccio con dentro il minimo indispensabile per la pulizia personale, che è bene tenere sempre a portata di mano nell'esecrabile eventualità di uno smarrimento bagagli.

Ma accanto a questi irrinunciabili oggetti si vanno nel tempo accumulando decine di gadget di scarsa o nulla utilità, cose comprate e poi dimenticate, fogli di riviste strappati perché contenevano un articolo interessante da leggere in un "dopo" che non è mai arrivato, confezioni di cracker ormai sbriciolati, spray nasali esauriti...

C'è quel pupazzetto tanto simpatico quanto inutile acquistato per ingannare l'attesa di un aereo che tardava ad arrivare e il dépliant di quel posto meraviglioso dove "devo assolutamente andare la prossima volta che capito da queste parti", il miniombrello che si è stati costretti a comperare da un imprevisto acquazzone e un'altra presa universale creduta persa per sempre, e invece si era solo infilata in un angolo remoto, nascosta sotto quei fogli bianchi che "possono sempre servire a prendere appunti", e che sono pian piano diventati stracci spiegazzati e ingialliti.

Cadono sul tappeto un numero imprecisato di penne e matite "prese in prestito" dalle camere di albergo e un apribottiglie anch'esso proveniente dall'albergo, una chiavetta USB contenente quel famoso file cercato disperatamente per mesi e una manciata di monetine delle più svariate nazionalità.

Due pasticche balsamiche per la gola fanno corpo unico con tre o quattro bustine di fazzoletti usa-e-getta, ognuna delle quali contiene al massimo un paio di straccetti di carta mezza sbriciolata, e sotto a quel libro di cui non sono mai riuscito a superare la venticinquesima pagina si annidano una decina di bigliettini da visita di altrettanti ristoranti.

Via, via... tutto dentro al cestino dell'immondizia, che ormai straripa, mentre la "pilotina" ha di nuovo assunto un aspetto e un peso accettabili, pronta per essere di nuovo riempita di cose destinate, tra un anno, al medesimo cestino dell'immondizia.

(24 giugno 2010)